Da domani, per sei settimane in prima serata ogni lunedì, arriva su Rai 1 una tra le serie italiane più attese dell’anno, ancora una volta tratta dai romanzi dello scrittore napoletano Maurizio de Giovanni dopo I Bastardi di Pizzofalcone e la recente Mina Settembre. Si tratta, naturalmente, del poliziesco Il commissario Ricciardi, che trasforma in progetto audiovisivo il più celebre ciclo letterario dell’autore partenopeo, già diventato fumetto da qualche anno grazie alla Sergio Bonelli Editore. A interpretare il protagonista c’è un beniamino del pubblico televisivo come Lino Guanciale, scelta che peraltro ha visto il forte disaccordo del creatore del personaggio, che avrebbe preferito per quel ruolo un attore napoletano.
Sia come sia, Il commissario Ricciardi della Rai è una coproduzione tra Rai Fiction e Clemart, prodotta da Massimo Martino e Gabriella Buontempo, con la regia di Alessandro D’Alatri e le sceneggiature dei vari episodi firmate sui soggetti di Maurizio de Giovanni da Salvatore Basile, Viola Rispoli e Doriana Leondeff. Ad andare in scena è un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, fino alla Napoli degli anni Trenta del Novecento, in pieno periodo fascista, dove agisce Luigi Alfredo Ricciardi, un giovane e integerrimo commissario della Regia questura del capoluogo campano. Introverso e solitario, Ricciardi possiede un intuito e una determinazione particolari per le indagini, ma anche un dono soprannaturale, in grado di aiutarlo nel suo lavoro: è in grado, infatti, di vedere i fantasmi delle vittime di morte violenta, sempre pronti a svelargli particolari interessanti su quei delitti, ripetendo ossessivamente l’ultima frase detta o pensata prima di essere uccisi.
Accanto a Guanciale, nel cast recitano anche Antonio Milo nel ruolo del brigadiere Maione, amico e uomo di fiducia di Ricciardi; Enrico Ianniello in quello dell’anatomopatologo Bruno Modo; Serena Iansiti nei panni Livia, una ricca e bellissima ex cantante lirica determinata a conquistare il cuore del commissario; Maria Vera Ratti in quelli di Enrica, la dolce e timida vicina di casa di Ricciardi, una bellezza non appariscente ma intrigante per l’introverso poliziotto. E ancora, Mario Pirrello è l’ambizioso e arrivista vicequestore Garzo; Nunzia Schiano interpreta Rosa, l’anziana tata che si occupa di Ricciardi come di un figlio; Fabrizia Sacchi veste i panni di Lucia, la moglie del brigadiere Maione; Adriano Falivene quelli di Bambinella, confidente di Maione; mentre Marco Palvetti è Falco e Peppe Servillo Don Pierino. Nel cast c’è anche Arduino Speranza, attore teatrale e cinematografico di Torre del Greco.
Ma, come già per Mina Settembre, anche in questo caso l’autentica co-protagonista è Napoli, riportata agli anni Trenta, lontana dalla modernità, per un viaggio nella memoria tra strade ricostruite e piazze trasformate, con ambientazioni d’epoca nei magnifici teatri cittadini San Carlo e Sannazaro, tra le chiese del centro storico, nel Museo e Real bosco di Capodimonte, a Villa Pignatelli, nella settecentesca Reggia di Portici; e ancora nelle città casertane di Capua e Castelvolturno e nel borgo medievale di Nocera Inferiore. Questi luoghi scelti col supporto della Film Commission Regione Campania costituiscono un vero e proprio itinerario per riportare il tempo indietro di novant’anni e seguire le avventure ideate da Maurizio de Giovanni.
Per un più di un anno di riprese (nel 2019 e poi nell’estate 2020, grazie all’effettuazione gratuita di test anti-Covid), la fondazione regionale presieduta da Titta Fiore e diretta da Maurizio Gemma ha assistito la produzione della serie tv Rai nella valutazione e nella riscoperta di numerose location di prestigio, con un grande impegno nella ricerca dei set e nella selezione dei siti più adatti a ricreare ambienti e scenografie. Della città di Napoli, dunque, oltre ai teatri San Carlo e Sannazaro, si potranno ammirare sui teleschermi anche lo splendido complesso monumentale dell’Annunziata, di età medievale e situato nel centro storico a ridosso del quartiere Forcella, con la basilica, il succorpo vanvitelliano e il cortile; poi la seicentesca chiesa di San Ferdinando in piazza Trieste e Trento con scene girate anche nel vicino Palazzo Reale, nello storico caffè Gambrinus e a piazza del Plebiscito, simbolo della città col palazzo della Prefettura, fino al mare del molo San Vincenzo. Nella ex base Nato di Bagnoli, invece, sono stati ricostruiti la scenografia di via Toledo anni Trenta nonché parte degli interni del teatro San Carlo.
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