Gli alimenti scaduti finiscono spesso nella spazzatura perché la maggioranza delle persone crede che, superata la data di scadenza riportata sull’etichetta, potrebbero far male. Eppure, non sono pochi i cibi che possono essere consumati anche diversi giorni, settimane o addirittura mesi dopo la scadenza.
L’8 marzo la Commissione Ue ha presentato agli esperti degli Stati membri una proposta di revisione delle norme sulla data di scadenza degli alimenti, con l’aggiunta in etichetta della dicitura “spesso buono oltre” oltre a “da consumarsi preferibilmente entro“, poiché spesso non prestando la dovuta attenzione si confonde la dicitura riportata sulle confezioni “da consumare entro” – come indicatore di sicurezza – e “da consumarsi preferibilmente entro” – come indicatore di qualità.

Una confusione che genera timori e che spesso, porta le persone a buttare via anche molti prodotti ancora commestibili in sicurezza. All’uopo la modifica, già annunciata a Bruxelles nel 2020, nell’ambito della strategia “Farm to Fork”, consentirebbe “una migliore comprensione della data di scadenza”, influenzando così “il processo decisionale dei consumatori in merito all’opportunità di consumare o eliminare un alimento” e soprattutto avrebbe una ricaduta positiva nell’arginare lo spreco alimentare.
Ad esempio, ecco alcuni alimenti che previa un’adeguata conservazione possono essere consumati ben oltre la data di scadenza,(ovviamente i tempi variano in base al cibo): biscotti confezionati, cioccolato, miele, pasta, riso, surgelati, aceto, legumi secchi o in scatola, tonno in scatola (facendo attenzione che la confezione non presenti dei rigonfiamenti, che potrebbero essere indice di salmonella, ovviamente ciò vale anche per tutti i tipi di conserve),latte a lunga conservazione, snack salati, farina, caffè, zucchero e sale.
