Dopo il no alla firma dell’accordo Stato-Regioni, Vincenzo De Luca ha emesso l’ordinanza che mette nero su bianco ciò che si può o non si può fare in Campania da oggi, lunedì 18 maggio, data di inizio della cosiddetta fase 2, quella delle riaperture dopo il lockdown dovuto all’emergenza Covid-19. Riaperture che avverranno con tutte le cautele del caso, senza premere sull’acceleratore, mantenendo la distanza di sicurezza e le mascherine obbligatorie anche all’aperto. Quest’ultimo provvedimento è una delle differenze che il governatore ha voluto inserire nell’ordinanza, rispetto al Dpcm firmato nella serata di ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Non è l’unica. Vediamo quali sono le altre. Quella più nota e ribadita da De Luca è la riapertura di ristoranti, pub e pizzerie, spostata a giovedì 21 maggio. I bar potranno riaprire, ma solo per il servizio al banco, perché quello ai tavolini è equiparato a ristorazione. Confermato il via libera solo su prenotazione per parrucchieri, barbieri e centri estetici, rispettando sempre regole di distanziamento e di protezione personale. Musei, biblioteche e luoghi di cultura possono riaprire già da oggi (ma gli scavi di Pompei riapriranno il 26 maggio), mentre a tutti i negozi è data l’opportunità di rimanere aperti dalle 7 di mattina alle 23, senza obbligo delle chiusura domenicale. Le attività sportive che possono essere svolte sono quelle che prevedono una distanza di almeno due metri fra gli atleti, quindi sì al tennis, no agli sport di squadra. Rimangono, dunque, al palo calcio, calcetto, pallavolo e basket, i cui allenamenti, però, potranno essere effettuati, sempre rispettando il distanziamento di un paio di metri. Aperture di piscine e palestre, così come previsto nel Dpcm, dal 25 maggio.
Tornando la ristorazione, queste le misure stabilite per evitare contatti ravvicinati e contagi: distanziamento almeno di un metro tra le persone sedute spalla a spalla e tra i tavoli; se ciò non è possibile perché il locale è piccolo, tra i tavoli barriere di separazione, alte almeno 160 centimetri, in materiale sanificabile, igienizzabile e non poroso; turnazione e prenotazioni obbligatorie; no a servizi a buffet e self service; vietati menu in sala, solo digitali o soluzioni alternative; obbligatorio l’uso delle mascherine per pagamenti, spostamenti e servizi igienici; favorire il pagamento elettronico al tavolo; misurazione temperatura per clienti e operatori; mascherine e guanti obbligatori per il personale di cucina, solo la mascherina per il personale di servizio e amministrativo.
Nell’ordinanza De Luca raccomanda “alle aziende e alle amministrazioni, pubbliche e private, il massimo ricorso allo smart working e, ove si renda necessaria, la prestazione lavorativa in presenza, l’articolazione del lavoro con orari differenziati che favoriscano il distanziamento fisico riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e impedendo assembramenti sia sui mezzi di trasporto sia in entrata e in uscita”.
Il presidente della Regione ha, inoltre, disposto per il trasporto pubblico su gomma e ferro “la riattivazione dei servizi nella misura del 100% di quelli programmati, privilegiando le fasce orarie e le tratte di maggiore affluenza” tornando, dunque, alla copertura totale del servizio, così come organizzato prima del lockdown. Per il traposto su mare e i collegamenti con le isole rimane, invece, l’attivazione dei servizi al 60%. Un discorso a parte, infine, merita l’ingresso in Campania delle persone provenienti da altre regioni d’Italia. Il Governo ha dato il via libera agli spostamenti dal 3 giugno, ma il governatore si è riservato di verificare, il giorno prima, “la situazione epidemiologica”, per prendere una decisione definitiva e, eventualmente, autorizzare l’ingresso.
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