Gli agenti del compartimento polizia ferroviaria per la Campania, a seguito di mirate verifiche contro il fenomeno dei furti di cavi di rame, hanno controllato due depositi situati nella zona industriale di Frattaminore e denunciato i relativi titolari. Uno di questi, un uomo di 40 anni, stoccava all’interno della sua ditta rifiuti ferrosi e non, tra cui del rame sottratto alla Rete ferroviaria italiana, l’azienda pubblica che gestisce l’infrastruttura ferroviaria nazionale. Nello specifico sono stati rinvenuti 185 chilogrammi di cavi di rame sagomati in uso esclusivo a Rfi, 85 chilogrammi di cavi di rame usati dalla Telecom e 77 chilogrammi di cavi di rame generici, altri materiali ferrosi e le attrezzature per la lavorazione e frantumazione dei cavi, tra cui un “mulino”, il cui utilizzo è concesso solo tramite specifiche autorizzazioni.
Il rame veniva granulato e trasformato in materia prima, crescendo così di valore e perdendo ogni traccia relativa alla sua provenienza. È stata poi ritrovata, in un altro deposito posto nelle vicinanze, una grossa quantità di rifiuti ferrosi raccolti sempre senza le dovute autorizzazioni, tra cui 100 chilogrammi di rame: il titolare non ha, però, saputo specificarne la provenienza. All’esito delle attività, le forze dell’ordine hanno proceduto al sequestro preventivo di tutti i materiali, dei macchinari e dei locali, mentre i due titolari sono stati denunciati per riciclaggio, ricettazione e gestione illecita di rifiuti ferrosi. Ancora, nell’ambito di controlli della stessa tipologia, nella zona industriale di Casandrino, i poliziotti, nell’effettuare un controllo a un deposito, hanno rinvenuto 1.720 chilogrammi di batterie esauste. Il proprietario dello stabile è stato denunciato per gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi, in quanto anch’egli sprovvisto di autorizzazione al deposito del materiale.

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