Dal 28 febbraio 2023 scattano le nuove regole per i processi di separazione e divorzio con l’intento di velocizzare i tempi della giustizia civile: la possibilità di proporre con un solo atto davanti allo stesso giudice sia la richiesta di separazione giudiziale sia il divorzio. La riforma interesserà migliaia di persone, posto che in Italia nel 2020 si contavano 79.917 separazioni e 66.662 divorzi di cui circa un quarto di carattere giudiziale.
Divorzio e separazione in un unico procedimento. Si tratta dell’applicazione di quanto stabilito dalla riforma dell’ex ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che il governo Meloni ha deciso di anticipare. L’intenzione è dunque quella di accorciare i tempi procedurali e ridurre i ricorsi in appello e Cassazione, arrivando al divorzio contenzioso non più in 1 anno e mezzo (dati Istat) ma in circa 8 mesi. Una rivoluzione per i coniugi che intendono dirsi addio, che comporta nuove regole e documenti in più da presentare in tribunale.
Le principali novità riguarderanno: 1)gli atti introduttivi contenenti una completa allegazione dei fatti e dei mezzi di prova; 2)sarà obbligatorio dimostrare immediatamente al giudice la propria condizione patrimoniale attraverso il deposito dell’elenco dei beni mobili registrati di proprietà, le quote societarie, gli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari e la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni;3) non è più prevista la struttura bifasica-comparizione prima davanti al presidente del tribunale con il tentativo di conciliazione e poi in caso negativo davanti al giudice istruttore- con il nuovo rito il presidente fisserà la data dell’udienza di comparizione direttamente davanti al Collegio o al giudice delegato e alla prima udienza il giudice verificherà la possibilità di conciliare la causa, di qui una sola udienza -l’udienza presidenziale e quella di precisazione delle conclusioni-; 4)in caso di figli, la possibilità per il giudice di sanzionare il genitore che accetta il piano genitoriale(resoconto dettagliato delle attività che impegnano il minore: dalla scuola alle attività extrascolastiche fino alla gestione delle vacanze), ma non lo rispetta nei tempi e nelle modalità prefissati, previsti provvedimenti che vanno dalla semplice ammonizione, alla condanna al pagamento di una sanzione amministrativa fino a 5mila euro.