Domani, alle 21.15 su Rai 5, andrà in onda il concerto diretto dal maestro Riccardo Muti che, con l’orchestra giovanile Luigi Cherubini, ha portato in scena Le sette ultime parole di Cristo sulla croce, di Franz Joseph Haydn. La spettacolare esibizione, registrata il 15 dicembre nella magnifica location del teatro di corte della Reggia di Caserta, è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra Ravenna Festival e Regione Campania, attraverso Scabec, e in collaborazione con la direzione della Reggia, col ministero per i Beni e le attività culturali e con la partecipazione della Rai. Ad aprire lo spettacolo in tv sarà vi sarà un intervento del filosofo Massimo Cacciari, che recentemente ha pubblicato proprio con Muti, per la casa editrice Il Mulino, una conversazione dedicata all’opera di Haydn e alla Crocifissione di Masaccio, esposta al museo di Capodimonte.
Sebbene questa sia la prima volta che il maestro ha diretto nel teatro della Reggia, in questo stesso luogo gli era stato conferito, nel 1998, il premio internazionale Vanvitelli, un riconoscimento per le personalità del mondo dell’arte e della cultura: “Questo è un luogo unico – ha commentato Muti – che chiamare teatrino è riduttivo. Anche l’acustica è straordinaria, raramente nel mondo, anche nelle grandi e sofisticate sale europee e americane, ho trovato un’acustica così perfetta dove i suoni si riproducono in maniera naturale. In questa sala meravigliosa si ripresenta l’emozione di essere immersi tra la storia e la bellezza, come è stato a Paestum”. In effetti, proprio Riccardo Muti e l’orchestra giovanile Luigi Cherubini lo scorso luglio avevano portato l’Eroica di Beethoven nel parco archeologico cilentano per il secondo concerto, dopo quello di Ravenna, dedicato alla Siria, inserito nell’annuale progetto di Ravenna Festival intitolato Le vie dell’amicizia.
Le sette ultime parole di Cristo sulla croce è uno spettacolo unico nel suo genere. Nel 1786 un canonico della cattedrale di Cadice, nella Spagna meridionale, aveva commissionato ad Haydn, per le celebrazioni del Venerdì santo, una meditazione musicale riguardante le ultime sette frasi di Cristo in croce. Per tutto il Settecento, in realtà, quei passi evangelici erano stati sì trasformati in musica, ma è stato proprio Haydn a tradurli, per primo, in puro suono, indicandoli nella partitura come monito, sotto le note dei violini primi, ma tralasciando completamente l’intonazione vocale.

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