La street art sta per tornare a Napoli e se ne sono accorti un po’ tutti, visti i volantini e i manifesti colorati che pubblicizzano la mostra delle Lediesis intitolata Superwomen-#Super 8X8Città, in programma al Museo Archeologico di Napoli (Mann) da venerdì 6 marzo a lunedì 13 aprile, dopo il tour delle due artiste anonime in altre otto città italiane.
Le Lediesis sono pronte, ancora una volta, a rivolgere la propria attenzione verso il genere femminile, il cui ruolo nella società è ancora, in certi contesti, visto come inferiore rispetto a quello maschile. La scelta del mese di marzo, per questa mostra al Mann, non è certamente casuale.
Ogni anno, l’8 marzo ricorre la festa delle donne, prodotto di diverse manifestazioni femministe dello scorso secolo (si pensi a quelle delle “Suffragette”) con l’istituzione, nel 1977, di questo giorno dedicato al genere storicamente e ingiustamente considerato come più debole. Oggetto dei dipinti delle due artiste sono le donne che hanno fatto la storia e che continuano a farla. Sophia Loren, ad esempio, è per antonomasia la ‘regina’ del cinema italiano, ma anche Rita Levi Montalcini che, nonostante la difficoltà “femminile” di imporsi nel mondo scientifico, è riuscita a vincere il Premio Nobel per la Medicina, imponendosi in un campo fino alla metà del secolo scorso ostile alla presenza delle donne. Basti pensare anche alla scoperta del Dna, ufficialmente attribuita agli scienziati Watson e Crick ma che in realtà fu effettuata da un’altra studiosa britannica, Rosalind Franklin, privata del proprio diritto a vincere il Nobel soltanto perché donna.
Un esempio al quale si ispirano le donne nel mondo artistico, poi, è certamente quello di Marina Abramovich, una tra le poche artiste a dominare la scena dell’arte contemporanea e che ancora oggi sa emozionare milioni e milioni di persone con le sue performance. E se ne potrebbero citare altre: dalla poetessa Alda Merini, candidata al Premio Nobel per la Letteratura, alla regista Lina Wertmuller (prima donna candidata al Premio Oscar per la miglior regia, poi nominata cittadina onoraria di Napoli e premiata con un prestigioso Oscar alla carriera) o a un’altra icona dell’arte come Frida Kahlo, pittrice surrealista del Novecento. Ma non è questo lo scopo principale della mostra in programma al Mann, poiché queste otto superwomen, in una sintesi ideale di luoghi e forme d’arte, intendono parlare a tutti noi non perché famose, ma innanzitutto perché donne, per dimostrare che, senza fare distinzioni di sesso, la cosa più importante è restare umani e considerarci tutti come tali.
Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?
Commenti riguardo questo post