Ancora un’inchiesta in cui la Sanità campana, in particolare l’Asl di Caserta, ne esce a pezzi. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, guidata da Maria Antonietta Troncone, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 17 persone, tra le quali spiccano i nomi di Pasquale Piccirillo, imprenditore sanitario ed editore, e Pasquale Corvino, già vice sindaco nel capoluogo di Terra di lavoro.
Ad eseguire gli arresti sono stati i carabinieri dei Nas di Caserta. L’ordinanza del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha coinvolto 17 persone, di questi 5 sono stati rinchiusi in carcere, 9 agli agli arresti domiciliari, 3 hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’interdizione dalla professione medica. Tutti, a vario titolo, sono coinvolti in un’associazione a delinquere dedita alla commissione di truffe ai danni del Servizio sanitario nazionale, attraverso la spedizione di false ricette mediche per costosi esami di laboratorio, commesse anche grazie alla connivenza corruttiva di alcuni dipendenti dell’Asl di Caserta.
L’indagine trae origine da una segnalazione inviata ai Nas da parte del direttore generale dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo, nella quale è stato evidenziato che un medico di base di Castel Volturno aveva generato una spesa farmaceutica a paziente pari ad 808 euro, rispetto alla media aziendale di 167. Il provvedimento eseguito nella mattinata odierna è il coronamento di una complessa e meticolosa attività investigativa dei Nas di Caserta, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, condotta attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, acquisizione e valutazione di una copiosa documentazione, servizi di pedinamento e interrogazioni rivolti a centinaia di ignari intestatari di ricette. Le indagini hanno consentito di svelare un raffinato sistema truffaldino imperniato su quattro laboratori di analisi della provincia di Caserta, gestiti da un unico nucleo familiare di San Nicola la Strada, luogo anche fulcro di ideazione e commissione della prevalenza dei reati.
II sistema consisteva nella redazione in proprio, da parte dei responsabili del laboratorio o loro stretti collaboratori, di ricette mediche, alcune delle quali provenienti da furti di interi ricettari in bianco, rubati dall’Asl Napoli 2, intestate poi ad ignari pazienti. Molte delle false ricette contestate sono state emerse da 4 medici di base compiacenti (uno nel frattempo deceduto e gli altri 3 destinatari del provvedimento di interdizione) che, come dimostrano le risultanze delle attività tecniche, hanno evidenziato un asservimento della loro delicata e fondamentale funzione pubblica ai voleri dei titolari dei laboratori interessati, in cambio di somme di danaro o altri vantaggi.
Le ricette così ottenute venivano presentate all’Asl di Caserta per il successivo rimborso a carico del Ssn. Da qui in poi intervenivano alcuni dipendenti aziendali infedeli (due dei quali destinatari di custodia cautelare in carcere) che, a seguito di un’attività corruttiva stabilita con i responsabili dei laboratori, omettevano di addebitare alle medesime società somme emerse dagli accertamenti condotti dal personale di altri uffici della medesima Asl. Tali somme dovevano necessariamente essere stornate dai rimborsi.
Le indagini hanno anche provato che tali condotte, da parte dei dipendenti dell’Asl di Caserta, non venivano attuate solo nei confronti dei quattro laboratori di analisi oggetto dell’indagine, ma erano divenute una collaudata pratica truffaldina, svolta anche a favore di altre strutture private convenzionate esistenti nella provincia di Caserta.
Un dipendente dell’Asl di Caserta, in servizio presso l’ufficio economico-finanziario, al fine di ottenere propri illeciti tornaconti, si era accordato con il titolare di un noto centro odontoiatrico della provincial. Il fine era quella di “eliminare” una quota del debito complessivo che il centro aveva accumulato nei confronti dell’Asl, pari a 147 mila euro. L’importo totale del debito era di 1 milione 820 mila euro, già programmato in cinque differenti piani di rientro, attinente a prestazioni sanitarie odontoiatriche non convenzionate e dunque non riconosciute dall’Asl.
Il titolare del medesimo centro odontoiatrico accreditato, Pasquale Piccirillo, pochi giorni fa ha ricevuto un decreto di confisca dei beni mobili e immobili, nonché di partecipazioni societarie e relativi compendi aziendali, per un valore stimato in circa 25 milioni di euro, emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dopo una prolungata istruttoria in contraddittorio con la parte.
Altro aspetto emerso nel corso delle indagini è rappresentato dal voto di scambio. Ad un consistente gruppo di elettori venivano elargite, da parte del responsabile dei laboratori, somme di denaro, buoni pasto, buoni carburante e pacchi viveri. Questo accadeva nella competizione elettorale regionale del 31 maggio 2015, in cui era candidato Pasquale Corvino, e nelle elezioni comunali di Caserta del 5 giugno 2016, in cui era invece candidata la sorella di quest’ultimo. Per analoghe vicende, lo stesso Pasquale Corvino è stato raggiunto, nel mese di febbraio 2019, da un’altra ordinanza di custodia cautelare per corruzione elettorale nello scambio politico/mafioso.
Dall’attività investigativa è inoltre emerso che i responsabili dei laboratori e i loro collaboratori emettevano una serie di false certificazioni medico sportive rilasciate a timbro e firma di ignari specialisti. Da ciò facevano scaturire una serie di prescrizioni mediche per esami di laboratorio, rilasciando l’ok all’idoneità per l’attività sportiva, ma con grave rischio per i destinatari delle certificazioni, che venivano emesse anche in presenza di patologie non diagnosticate e dunque non certificate.
Durante la fase investigativa, sono state acquisite ed esaminate oltre 200 mila ricette, valutati migliaia di documenti e interrogati oltre 300 assistiti, gran parte dei quali hanno disconosciuto le ricette loro intestate. Per il danno quantificato, in ragione delle dichiarazioni dei pazienti interrogati, è stato emesso ed eseguito, congiuntamente all’ordinanza, un decreto di sequestro preventivo nei confronti delle quattro società e del promotore del sodalizio criminoso.
Gli arresti effettuati oggi rappresentano l’epilogo di una complessa attività investigativa che già nel mese di marzo del 2018 aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia nei confronti di un farmacista, un medico di base (coinvolto anche in questo filone d’indagine) e altre 3 persone. Anche in quel caso tutti gli indagati, secondo l’accusa, erano dediti ad una serie di truffe ai danni dell’Asl di Caserta, mediante la spedizione di false ricette mediche per prescrizioni di farmaci intestate a pazienti inesistenti, deceduti o che ne avevano disconosciuta la paternità.
Questi i destinatari delle misure cautelari. Custodia in carcere per: Pasquale Corvino , 58 anni di San Nicola la Strada; Pasquale Piccirillo, 56 anni di Recale; Pietro Schiavone, 40 anni, di Mondragone; Maurizio Martucci, 59 anni di Santa Maria Capua Vetere; Leone Albalonga, 63 anni di Curti. Arresti domiciliari per: Rosaria Capparelli, 40 anni di Mondragone; Raffaella De Sivo, 32 anni di Marcianise; Laura Iuliano, 38 anni di Caserta; Domenico Marrone, 44 anni di Caserta; Costantino Cantelli, 40 anni di Caserta; Franco Mottola, 55 anni di Napoli; Vincenzo Petriccione, 39 anni di Aversa; Francesco Russo, 53 anni di Casal di Principe; Anna Sciortino, 39 anni di Napoli. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e interdizione della professione medica per: Domenico Barbato, 66 anni di San Nicola la Strada; Francesco Riccio, 61 anni di Alvignano; Emilio Pardi Merola, 62 anni di Santa Maria Capua Vetere.
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