Grazie al lavoro dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna e del comando provinciale di Napoli, sotto il coordinamento del pm anticamorra Antonella Serio e della stessa procuratrice Rosa Volpe, ma anche della procuratrice per i minori Maria De Luzenberger. Due le persone in stato di fermo, ritenuti presunti responsabili della sparatoria all’esterno di un bar in piazza Cattaneo a Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, avvenuta nella serata di ieri, martedì 23 maggio, nella quale sono rimasti feriti padre, madre e figlia di 10 anni, colpita alla testa da un’ogiva di proiettile, mentre mangiava il gelato.
Ieri sera è scattato il fermo del 19enne Emanuele Civita, precedenti per droga e armi. Il giovane è residente a Somma Vesuviana, il padre, nel 2014, fu raggiunto da un provvedimento cautelare in quanto ritenuto affiliato al clan camorristico D’Avino, operante proprio sul territorio di Somma Vesuviana. E tuttora in cella con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo di arma. Stesse accuse mosse nei confronti di un suo presunto complice, un ragazzino di 17 anni, che avrebbe partecipato al raid: il ragazzino si è costituito ai carabinieri, accompagnato dal suo avvocato, è orfano di padre, che fu ucciso nel 2012 da un killer del clan Cuccaro di Ponticelli. Anche il padre era ritenuto affiliato al clan D’Avino.
La sparatoria all’incirca verso le 23 e 30, di martedì sera, quando dal nulla sbucano due ragazzini su uno scooter ed esplodono dieci colpi da un revolver e una mitraglietta. Il bilancio del blitz avrebbe potuto essere anche più grave: nella gelateria, infatti, era in corso una festicciola di ragazzini di poco più di dieci anni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, potrebbe essere stata una “stesa” successiva ad una lite tra ragazzi la causa della sparatoria. I due giovani per una sorta di vendetta a bordo di uno scooter in movimento, avrebbero esploso almeno dieci colpi di arma da fuoco nella piazza dove erano presenti cittadini e avventori. Le armi utilizzate, un revolver ed un mitra, sono state dapprima ostentate dai due con atteggiamento aggressivo e poi utilizzate in un successivo passaggio a bordo dello scooter.
Alla quasi risoluzione dell’intera tragica vicenda si e arrivati grazie al prezioso contributo delle telecamere di videosorveglianza installate sul territorio di Sant’Anastasia. C’è un’immagine centrale ricavata dai video, che inquadra il raid nella piazza principale del Paese. Ma c’è anche un altro aspetto che merita di essere approfondito: il muro di omertà che in genere protegge questi vili è venuto meno, alcuni testimoni, di fronte a quanto successo alla bimba di 10 anni, hanno fornito preziose testimonianze, raccontando la propria versione dei fatti, fornendo particolari che hanno consentito di dare una svolta alle indagini. Ed è così che in poche ore i carabinieri sono riusciti a risalire al 19enne.
Le condizioni della bimba di 10 anni
Ieri sera, l’ultimo bollettino medico: il proiettile ha leso solo la teca cranica, resta intubata e nelle prossime 72 ore di chiariranno gli esiti di altri accertamenti. Ma i sanitari sono fiduciosi sull’evolversi delle sue condizioni.