Non ce l’ha fatta Valerio Taglione, 51 anni, coordinatore del comitato don Peppe Diana, a vincere la sua personale battaglia contro la malattia che lo attanagliava da tempo. Questa mattina è deceduto, lasciando un vuoto enorme nel mondo del volontariato campano. Attivo fin da ragazzo con gli scout dell’Agro aversano, ha seguito fin dall’inizio le orme del sacerdote di Casal di Principe ucciso dalla camorra, diventando, poi, uno dei suoi ambasciatori attraverso l’associazione Libera di don Luigi Ciotti e il comitato don Peppe Diana, di cui è tra i fondatori.
Taglione è stato in prima linea, insieme ai tanti altri volontari del territorio, nella battaglia contro la camorra, impegnandosi concretamente per il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. Diverse le iniziative svolte a livello locale e nazionale per ricordare la figura di don Diana, con convegni, mostre, dibattiti, tutti incentrati sul principio della legalità e sulla lotta alla criminalità organizzata.
Anche quest’anno, in occasione dell’anniversario dell’omicidio di don Diana, in piena pandemia, Taglione non ha voluto far mancare la propria voce per ricordare il sacerdote barbaramente ucciso dalla camorra e lo ha fatto accettando di scrivere un suo contributo per Il Crivello. Lo riproponiamo per i nostri lettori.
“Sono 26 anni che ricordiamo don Peppe Diana e non nascondiamo il disorientamento di questo periodo. Il 19 marzo è stato per noi, fin dall’inizio, la data da onorare e attorno alla quale riflettere per lavorare al riscatto delle nostre terre.
Abbiamo sempre marciato gli uni accanto agli altri senza rinunciare agli abbracci e ai sorrisi condivisi nella parola e nell’impegno. Quest’anno è tutto rivoluzionato. Non c’è mamma Iolanda: per la prima volta dopo quasi tre decenni di memoria percorsa insieme non la vedremo sulla sua sedia in cucina o nel cortile pronta ad accogliere i tanti scout e volontari che andavano a trovarla per confortarla, ma uscendone ogni volta consolati dalla sua semplicità di madre.
Non ci saranno neppure gli abbracci e gli incontri, ad impedircelo è arrivato il contagio del temibile Coronavirus e abbiamo il dovere di restare a casa. Tutto è rinviato, ma con la marcia social promossa dal Comitato don Peppe Diana, Libera Caserta, Agesci Campania, Masci Campania e Foulard Bianchi, in collaborazione con il presidio di Libera Aversa “Dario Scherillo e Attilio Romanò”, crediamo sia giusto continuare a fare memoria senza demordere.
La primavera continua a far fiorire la nostra natura e presto torneremo in strada con la consapevolezza di non dover dar nulla per scontato. Il rischio del contagio ci sta in fondo insegnando a prenderci cura dell’altro comprendendo che le conseguenze delle nostre azioni ricadono su tutti e che è necessario l’impegno di ognuno di noi per evitare il peggio. L’insegnamento di don Peppe Diana lo ritroviamo anche nella tenerezza della reciprocità”.
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