Timbrava il cartellino in ufficio per poi allontanarsi e lavorare all’interno dell’attività di famiglia. È quanto scoperto dagli uomini della guarda di finanza di Salerno sul conto di un sessantenne originario di Eboli, dipendente della Regione Campania, ora accusato di truffa aggravata nei confronti della Regione e false attestazioni. Grazie a pedinamenti e appostamenti le fiamme gialle hanno ricostruito, nel corso delle indagini, il comportamento e l’imperturbabilità con cui l’uomo si assentava sistematicamente dal proprio impiego anche per giornate intere, sbrigando faccende personali e prestando il proprio aiuto al figlio in una pizzeria sita a Eboli della quale erano comproprietari.

Lo scorso 30 giugno, un’indagine condotta tra ottobre e novembre del 2018 dalla Procura di Napoli aveva portato alla formulazione di accuse simili a carico di numerosi dipendenti pubblici, tra medici e funzionari dell’Asl Napoli 2 di Ischia. Stando a quanto emerso dalle prove e dagli indizi raccolti dai finanzieri, i dipendenti pubblici dell’Azienda sanitaria locale avevano organizzato una vera e propria staffetta grazie alla quale riuscivano a timbrare il cartellino anche per coloro che fossero assenti o che si dovessero allontanare dal proprio posto di lavoro per i più svariati motivi. Sul registro degli indagati erano finite in totale trentadue persone, accusate a vario titolo e in concorso tra loro di reati compiuti contro la pubblica amministrazione tra i quali figuravano l’assenteismo e il peculato. I militari delle fiamme gialle avevano controllato i sospettati per oltre un anno attraverso l’utilizzo di telecamere nascoste e di microspie, avvalendosi anche dei pedinamenti eseguiti sul tragitto che da casa portava i dipendenti pubblici sul luogo di lavoro. Diversi i casi di assenteismo emersi nel corso delle indagini, tra questi, quello più eclatante riguardava un dipendente dell’Asl che dopo aver timbrato il cartellino, si allontanava dal proprio posto di lavoro per andare in chiesa a pregare.
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