Quando l’aspirante sindaco di Aversa Alfonso Golia, in piena campagna elettorale, infiammava la città con il suo zainetto rosso e il piglio del leader rivoluzionario, nessun cittadino, anche quello che nel segreto dell’urna non aveva messo la crocetta sul suo nome, poteva immaginare che a distanza di appena un anno e mezzo tutto quell’entusiasmo naufragasse, in una notte d’autunno, al termine di un consiglio comunale avvilente. Non a caso, abbiamo utilizzato l’aggettivo “surreale”, per commentare un civico consesso che sicuramente rimarrà nella storia della città. Tante volte il bilancio non è stato approvato, provocando la caduta dell’amministrazione comunale in carica, spesso pezzi di maggioranza hanno votato contro il sindaco, ma ieri, complice anche un pessimo collegamento su una piattaforma online da cui si potevano seguire i lavori in aula, si è toccato il fondo per la qualità della discussione.

Quei pochi cittadini collegati su Internet hanno assistito a uno spettacolo indecoroso, una pantomima snervante e priva di contenuti. Il mio giudizio tranciante è forse condizionato dalle aspettative che questa amministrazione comunale aveva suscitato in città, la quale chiedeva un cambiamento profondo nel modo di governare. Il sindaco Golia e la sua maggioranza godevano di un patrimonio inestimabile, acquisito grazie a un ampio sostegno popolare, dissipato in soli diciotto mesi. Non ho alcun dubbio: il black out di questa notte avrà ripercussioni notevoli sul futuro della città.
Il fallimento dell’esperienza Golia, nata su presupposti nuovi, con l’obiettivo primario del cambiamento, renderà difficile la riproposizione di un progetto fondato sugli stessi principi, questo perché i cittadini sono completamente sfiduciati. Ecco, al di là dei giudizi sull’operato dell’esecutivo, sulle scelte amministrative effettuate, se c’è una colpa da addossare al sindaco Golia e alla sua maggioranza politica, questa riguarda proprio il tradimento del principio ispiratore della coalizione: l’uscita dalle solite pratiche oscure, dai giochi di potere e dagli interessi personali. Adesso, a causa della scellerata dispersione di questa grande investitura popolare, sarà proibitivo per lo stesso primo cittadino e per chiunque altro abbia ambizioni, ripresentarsi in maniera credibile sventagliando la bandiera del cambiamento, con il reale rischio che a prevalere possano essere le vecchie logiche affaristiche.
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