Un 25 aprile surreale, come surreale è la vita che stiamo conducendo dall’inizio di marzo. Sono saltati gli schemi già da un po’, ma quando ci svegliamo e quel giorno non è come tutti gli altri, perché si festeggia un evento storico o una ricorrenza tradizionale, ci rendiamo maggiormente conto della realtà che si è venuta a creare. È successo a Pasqua, succede oggi e, sicuramente, succederà il primo maggio.
Il 25 aprile, però, forse più di ogni altro momento dell’anno, ci riporta alla mente la speranza della rinascita, dopo le sofferenze, i dolori e la morte seguite alla Seconda Guerra Mondiale. Quest’anno, la celebrazione cade proprio in una fase della nostra esistenza che si potrebbe sovrapporre parallelamente a quel lontano 1945. Oggi, come allora, fatte le debite proporzioni, ci apprestiamo ad uscire da una battaglia sanguinosa, con tanti morti, vittime di un nemico, a differenza di quanto accaduto a metà Novecento, invisibile e per questo anche più insidioso.