Sono diverse le forme assunte dal virus nel mondo e, anche dopo mesi dalla sua comparsa, le conseguenze e gli effetti del Covid-19 possono ancora essere considerati gravi. Ci sono zone dove il virus è ricomparso, scatenando così le reazioni governative in preparazione di nuove misure restrittive; in altre, invece, il virus si è mostrato in ritardo e non accenna a diminuire di intensità. Dal Regno Unito si passa all’Australia, facendo un giro per la martoriata America Latina, senza però dimenticare ciò che sta ancora succedendo negli Stati Uniti. È delle ultime ore la notizia di un nuovo picco di casi a Leicester, città nelle Midlands orientali del Regno Unito, dove il Governo sta predisponendo un ulteriore periodo di lockdown. I dati parlano di un tasso di infezione tre volte superiore a quello della seconda città più colpita, Leeds. Il blocco comincia domani e interesserà, per le prossime due settimane, tutti quei negozi ritenuti non essenziali, quali pub, ristoranti e parrucchieri. A partire da giovedì, invece, torneranno chiuse anche le scuole. Il ministro della Salute Matt Hancock, in un’intervista rilasciata a Skynews ha affermato che potrebbe essere necessario l’intervento della polizia.
Attraversando l’Atlantico, arriviamo in Argentina, dove fa notizia il triste record di decessi di persone che hanno contratto il virus. Nelle ultime 24 ore ne sono morte 48, il numero più alto registrato in una sola giornata dall’inizio della pandemia. In totale, il numero delle vittime sale quindi a 1.280, mentre i casi di contagio hanno ormai superato le 62mila unità. Attualmente, come ha comunicato il ministero della Sanità, i pazienti che si trovano in rianimazione sono 535. Raggiunta la metà della disponibilità di letti nei reparti di rianimazione nella sola capitale Buenos Aires, mentre se contiamo anche l’area metropolitana la percentuale sale a 55,9%. Anche qui da domani si assisterà a una nuova fase di confinamiento, che durerà fino al 17 luglio. La circolazione delle persone sarà molto limitata, fatta eccezione per quelle addette ai servizi necessari che avranno accesso anche al trasporto pubblico. Farmacie, alimentari, supermercati, stazioni di servizio rimarranno aperti in quando esercizi essenziali, con ristoranti e bar che potranno effettuare l’asporto. Diversa sorte, invece, per oltre 70mila negozi: dopo una breve riapertura dovranno nuovamente abbassare le saracinesche fino a nuovo ordine.
Nel resto dell’America Latina, sembra che la situazione pandemica stia offrendo flebili ma incoraggianti segnali. Nonostante la curva della pandemia sia ancora in netta crescita, gli effetti del Covid-19 potrebbero cominciare a calare di intensità. Diminuita, infatti, la forza con la quale il virus contagia ed è diminuito anche il numero dei decessi. È d’obbligo partire dal Brasile, primo paese dell’area per numero di morti e di contagi (secondo nel mondo, dopo gli Stati Uniti), che dopo i 30.476 nuovi casi di ieri, fa registrare una leggera flessione con 24.052 nuovi contagiati. Una moderata fiducia la offrono anche i numeri dei decessi: ieri erano aumentati di 552 unità, mentre oggi se ne registrano 692, cifre molto al di sotto delle medie delle scorse settimane. Il Perù, secondo paese più colpito dell’area Latina si assesta a 282mila contagi e 9.500 decessi; segue il Cile con 275mila contagi e 5.575 decessi; poi Messico con 220mila contagi e 27mila morti, e via via Colombia, Ecuador, Argentina, Repubblica Dominicana, Panama e Bolivia, tutti con almeno 30mila contagi e 600 morti.
Spostandoci verso il nord del continente americano arriviamo negli Stati Uniti, dove un nuovo focolaio è stato registrato nella città di East Lansing, in Michigan. Almeno 107 nuovi casi e tutti sono legati al medesimo bar. Le autorità locali, infatti, hanno invitato tutti coloro che hanno avuto frequentazioni con il luogo tra il 12 e il 20 giugno a mettersi in self isolation nelle proprie case e a segnalare eventuali casi di Covid-19. Gli Stati Uniti, in ogni caso, restano sempre il paese più colpito al mondo, data la vastità di territorio e popolazione, unita forse a un pizzico di incoscienza nella fase iniziale della pandemia.
Con un salto di quasi 16mila chilometri ci spostiamo in Australia, precisamente nello Stato di Victoria, dove gli effetti del Covid-19 riprendono la loro marcia. Una zona di 10 quartieri nella periferia della capitale Melbourne è tornata sotto lockdown. La Cnn ha riportato un aumento improvviso di casi, 64 in più nelle ultime ore, che ha fatto scattare di nuovo le restrizioni, dopo un periodo di agevolazione. Il premier australiano ha annunciato che le misure resteranno in vigore fino al 29 luglio e nelle zone colpite si potrà uscire solo per la spesa, occuparsi di persone con necessità particolari, fare sport, lavorare o studiare, se non è possibile farlo a casa. Gli accessi a palestre, piscine e biblioteche saranno limitati, mentre bar e ristoranti dovranno tornare ai servizi d’asporto.
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