Dovrà rispondere di tentata estorsione ai danni di due sacerdoti S. A., napoletano di quarantasette anni già noto alle forze dell’ordine, tratto in arresto dai carabinieri della tenenza di Ercolano. Proprio nella cittadina vesuviana infatti, l’uomo è stato pizzicato mentre tormentava i presbiteri della chiesa del Santissimo Salvatore, sita in via Panoramica, con la richiesta di consegnargli i soldi ricavati dalle offerte dei fedeli, non esitando ad assumere atteggiamenti minacciosi pur di raggiungere il suo scopo. I due preti, di fronte a tali prevaricazioni, hanno allertato il 112. Gli uomini dell’arma, prontamente giunti presso la parrocchia, hanno trovato il quarantasettenne all’interno della sagrestia mentre inveiva pesantemente contro i prelati, nonostante gli fossero stati appena consegnati trentacinque euro in contanti. Immediatamente bloccato e posto in stato d’arresto, l’uomo è stato scortato dai carabinieri presso la casa circondariale territorialmente competente, dove resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria. Al momento dei fatti, all’interno della sagrestia della chiesa di Ercolano non erano presenti fedeli.
Nel corso della giornata di ieri, i carabinieri della tenenza di Cercola hanno arrestato tre uomini del posto, su cui grava un vasto quadro indiziale per i reati di usura, ricettazione, abusivo esercizio del credito e reimpiego di denaro di provenienza illecita. I fermati erano infatti risultati essere a capo di un sistema di credito e usura che, per dimensioni assunte e numero di vittime coinvolte, risultava quasi parallelo alla rete del sistema bancario legale. L’attività degli inquirenti ha avuto inizio nel mese di dicembre del 2018 quando, durante un controllo di polizia, erano stati rinvenuti nelle tasche di uno degli indagati, C. C., diversi assegni bancari di sospetta provenienza. Quello che è venuto fuori successivamente, ha superato le aspettative degli inquirenti: un apparato creditizio illecito che si dipanava su una vasta porzione della provincia di Napoli, grazie al quale gli arrestati erogavano prestiti a imprenditori in grave difficoltà economica, esigendo poi il pagamento di tassi d’interesse a livelli di usura.
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