Con un blitz a Ercolano, i finanzieri della compagnia di Portici hanno portato a termine l’ennesima indagine riguardante il contrasto e la scoperta di reati ambientali. Un controllo del territorio che questa volta è servito a chiudere un’ampia area ed evitare il commercio di indumenti usati, non a norma dal punto di vista dello stoccaggio, raccolta e recupero.
Il comando provinciale della Guardia di finanza di Napoli ha sequestrato nel territorio di Ercolano, un’area di 1.150 mq. Nell’area erano posti 1 capannone, 3 locali e 1 container, utilizzati come luoghi di stoccaggio e contenenti circa 63 tonnellate di rifiuti speciali, costituiti in gran parte da indumenti usati non sanificati e scarti di lavorazione.
Tale sequestro è stato materialmente eseguito dai finanzieri della compagnia di Portici, guidati dal capitano Raffaella Frassine. Tutto è nato nell’ambito dei servizi di controllo del territorio per la prevenzione e la repressione degli illeciti contro l’ambiente. I finanzieri hanno individuato un’area di Ercolano adibita ad attività di commercio all’ingrosso di abbigliamento di seconda mano, destinato al noto mercato di Resina. L’area non rispetterebbe l’iter di stoccaggio, raccolta, recupero e commercio di indumenti usati, previsto dal Tua, il Testo unico ambientale.
L’intera area è stata sequestrata dalle fiamme gialle, mentre il responsabile è stato denunciato all’autorità giudiziaria per aver allestito il sito senza le previste autorizzazioni. Il titolare dell’attività è un 49enne di Torre del Greco, che ora rischia l’arresto e una condanna da 3 mesi a 1 anno oppure un’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro, trattandosi di rifiuti non pericolosi.
Stanno proseguendo, quindi, i sequestri di aziende che stoccano o smaltiscono i rifiuti in maniera illegale. Spesso queste operazioni vengono effettuate in maniera congiunta da tutte le forze dell’ordine, compreso l’Esercito, portando alla chiusura dell’attività e alla denuncia dei titolari. Controlli e verifiche vengono effettuati soprattutto per impedire lo scarico indiscriminato dei rifiuti e degli scarti aziendali in zone isolate di campagna e il conseguente fenomeno dei roghi.
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