Millantava, attraverso una presunta rete di conoscenze tra diversi pubblici ufficiali, di poter elargire titoli di studio presso l’Università Federico II di Napoli e posti di lavoro nella Pubblica amministrazione, il tutto dietro il pagamento di ingenti somme di denaro. Erano queste le promesse che un ex dipendente dell’Università Federico II, stando alla ricostruzione dei carabinieri, sosteneva di poter mantenere per chiunque fosse disposto ad elargire un’adeguata mazzetta. Le indagini che hanno portato al fermo dell’uomo, coordinate dalla sezione reati contro la Pubblica amministrazione della Procura della Repubblica di Napoli, hanno avuto origine da un più ampio procedimento penale relativo a varie fattispecie delittuose nei confronti della Pa e, in particolare, dalle intercettazioni telefoniche ai danni di un sedicente avvocato che, secondo gli inquirenti, avrebbe descritto al suo interlocutore il circuito di promesse illecite posto in essere dall’arrestato.
Al centro della compravendita, oltre a posti di lavoro presso gli uffici dell’università partenopea e delle Asl di Napoli e Caserta, vi era anche il superamento di esami e dei test d’ingresso presso la facoltà di medicina e chirurgia dell’Ateneo federiciano. L’attività investigativa, portata avanti anche grazie a perquisizioni, sequestri e da sommarie informazioni ricavate da alcuni clienti dell’ex dipendente universitario, ha permesso di far luce su come l’uomo cercasse di dimostrare ai suoi acquirenti l’avanzamento delle “pratiche” inscenando conversazioni telefoniche con funzionari e dipendenti degli uffici in questione, arrivando a fingere di concordare appuntamenti per colloqui propedeutici all’assunzione. Gli inquirenti hanno inoltre evidenziato come le attività illecite fossero soggette a dei picchi stagionali: nel mese di luglio del 2017 ad esempio, in previsione dei test d’ingresso alla facoltà di medicina, l’uomo avrebbe moltiplicato le proposte di conseguimento fraudolento dell’ammissione.
Dato il vasto e coerente quadro indiziale emerso, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli ha disposto per l’ex dipendente la misura della custodia cautelare agli arresti domiciliari, a cui è stata data esecuzione dai carabinieri del Nas del capoluogo partenopeo. La medesima misura cautelativa è stata emessa anche nei confronti di un agente in pensione della polizia di Stato che, in concorso con un’altra persona, avrebbe acceduto abusivamente alle banche dati in uso alle forze dell’ordine.
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