L’Italia si appresta così a tornare quasi del tutto alla normalità pre-pandemica. Il 30 aprile 2023 sarà l’ultimo giorno in cui si potrà accedere a ospedali, studi medici e strutture di riposo per anziani soltanto con una mascherina protettiva sul volto. L’obbligo della mascherina nei luoghi sanitari e assistenziali era ormai una delle poche regole rimaste ancora in piedi.
Si è scelto quindi di togliere le mascherine anche in luoghi a rischio come gli ospedali, dove il pericolo di contrarre il coronavirus è più alto sia per i medici che per i pazienti. Anche per questo, da qui in poi, non significa che qualche accorgimento in più per proteggersi non sarà più necessario. L’uso delle mascherine, da quando sarà caduto l’obbligo, “dovrà rimanere un’indicazione per l’utilizzo in particolari situazioni: reparti di Pneumologia, ad esempio, o strutture che assistono pazienti molto fragili, magari con problematiche tumorali”, spiega il virologo dell’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco all’Adnkronos Salute

Insomma: “In caso di peggioramento del quadro epidemico”, dice il virologo, si potrebbe ancora tornare indietro. L’obbligo delle mascherine era stato prorogato alla fine del 2022 con ordinanza del ministro della Salute Orazio Schillaci. Nel testo, si leggeva che era spostato al 30 aprile “l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie sull’intero territorio nazionale in relazione all’accesso alle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, compresi ambulatori e studi medici”
L’addio alle regole Covid è ormai realtà in moltissime parti del mondo. In Germania, ad esempio, le ultime restrizioni sono decadute lo scorso 8 aprile. Restando in Europa, dal 6 aprile, anche il Portogallo si è lasciato alle spalle l’ultimo retaggio della pandemia: anche qui, non è più obbligatorio l’uso di mascherina nemmeno in ospedali, ambulatori e Rsa. Il governo Meloni, già dalle ultime settimane del 2022, aveva sospeso fino al 30 giugno 2023 le multe da 100 euro che sanzionavano le persone dai 50 anni in su che non avevano rispettato l’obbligo vaccinale. Si erano poi modificate le regole in tema di isolamento: gli asintomatici, dopo un periodo a casa di cinque giorni (contati a partire dal tampone positivo), possono tornare alle sue attività normali senza bisogno di tampone negativo. Altrimenti, se si è stati sintomatici, bisogna aspettare che siano passati due giorni dalla scomparsa dei sintomi
