Il sistema scoperto dalla Guardia di Finanza ha portato l’autorità giudiziaria a emettere misure nei confronti di 99 soggetti, tra persone fisiche e società attive su tutta la regione Campania. Cinque le misure cautelari tra cui due arresti domiciliari.
Una frode fiscale posta in essere nel settore edile da due professionisti residenti tra Giugliano in Campania e Qualiano, specializzati nell’emissione di fatture per operazioni inesistenti e nella creazione di società esistenti cioè solo su carta, entrambi sospesi dall’esercizio della professione per 2 anni. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, era stato costituito un gruppo di società “cartiere” intestate a prestanome compiacenti, prive di strutture aziendali e di documentazione attestante gli acquisti dei materiali destinati alla successiva vendita nei confronti di ben 41 imprese effettivamente attive.
I due professionisti, destinatari dell’ordinanza, oltre ad occuparsi delle pratiche amministrative relative alla costituzione, chiusura e cessione di quote, si sarebbero resi disponibili a inventare ingegnosi artifici contabili per giustificare le operazioni delle società, le cui sedi erano spesso costituite nei loro studi. La Guardia di Finanza ha ricostruito un’evasione fiscale per un importo complessivo pari a oltre 5 milioni di euro ed ha eseguito sequestri preventivi di somme di denaro e di beni per 31 milioni di euro.
Le società acquirenti, per simulare l’effettività delle operazioni commerciali, pagavano il corrispettivo tramite bonifici bancari alle società cartiere riconducibili a due soggetti del Giuglianese che emettevano le false fatture di vendita. Gli incassi erano quindi dirottati su conti correnti esteri intestati a commercianti cinesi stabilmente residenti in Italia o su conti correnti della Repubblica Ceca intestati a società comunque riferibili al gruppo criminale. Una volta monetizzate le somme di denaro, l’associazione, trattenuto quale compenso un importo pari all’Iva delle fatture, restituiva alle società beneficiarie la differenza in contanti. I reati contestati sono frode fiscale, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, realizzati in forma associativa.