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Home Economia

Fisco, i sindaci possono dire no allo stralcio delle vecchie tasse e multe

Il governo ha dato la possibilità di condonare quelle non pagate dal 2000 al 2015, ma molti sindaci dicono che non possono permetterselo

redazione di redazione
7 Gennaio 2023
in Economia, Italia

L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione dei Comuni la modulistica da compilare e inviare entro il 31 gennaio 2023 se non si intende procedere all’annullamento automatico e parziale dei loro crediti di importo residuo fino a mille euro.

In breve, con l’approvazione della legge di bilancio 2023, è stata confermata la versione definitiva della cosiddetta “rottamazione” delle cartelle, in sostanza un condono su vecchie tasse e multe fino a mille euro accertate tra il 2000 e il 2015 e mai pagate. Ma, rispetto alla versione iniziale, il governo ha di fatto però reso facoltativo per i comuni aderire al condono.

Cartelle Esattoriali

Il governo ha previsto, infatti, di cancellare in modo automatico soltanto gli interessi e le sanzioni sul mancato pagamento delle cartelle, mentre ha lasciato agli enti locali la possibilità di rinunciare o meno, alla riscossione del capitale (comma 229), cioè all’importo vero e proprio delle tasse e delle multe.

Inizialmente, la cancellazione automatica era stata prevista anche per le somme di competenza dei comuni, come quelle relative alle vecchie multe e alle tasse non pagate. Nella discussione della legge di bilancio, però, il governo ha deciso di dare più potere decisionale ai sindaci: gli interessi e le sanzioni sul mancato pagamento saranno comunque cancellati, mentre sarà facoltà dei sindaci applicare o meno il condono anche agli importi di multe e tasse, la parte più corposa delle somme da riscuotere.

Negli ultimi giorni molti sindaci hanno detto che non hanno intenzione di rinunciare a quelle somme, spesso ingenti. Molto dipende dalla capacità di riscossione, che è diversa da comune a comune: nel 2021, per esempio, a Napoli è stato pagato soltanto il 15,9% delle sanzioni arrivate, a Roma il 35,2%, a Milano il 55%.

Come precedentemente accennato, i Comuni potranno aderire al condono totale, che quindi includerà anche gli importi delle multe e delle tasse, soltanto se approveranno una delibera entro il 31 gennaio 2023. Il documento dovrà essere poi comunicato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, la società che si occupa di riscuotere tasse e multe non pagate, e comunicato sui canali istituzionali per informare tutte le persone interessate. Il margine di scelta attribuito ai comuni è stato previsto dal governo per evitare di approvare un condono a spese dei comuni, cioè senza dare la possibilità agli enti locali di decidere cosa fare dei vecchi crediti. I soldi dovuti dalle persone per multe e tasse, anche gli importi datati, infatti, fanno parte dei bilanci: nel caso in cui non si riescano a riscuotere in modo rapido, devono comunque essere considerati dalle amministrazioni e conteggiati come “crediti di dubbia esigibilità“ prima di essere valutati come crediti inesigibili e quindi tolti dal bilancio.

Secondo le stime dell’ANCI, l’associazione dei comuni italiani, se tutti i comuni applicassero il condono rinuncerebbero complessivamente a 350 milioni di euro, una somma a cui è difficile rinunciare. Bisogna anche specificare che in molti casi il costo per recuperare gli arretrati è significativo e potrebbe quindi essere più conveniente aderire al condono.

Tags: cartelle esattorialiComunicondono fiscaleprimopiano
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