È sempre più grave la situazione epidemiologica all’interno del carcere di Carinola, nel Casertano, dove oggi è stato registrato un altro decesso da Covid-19, il secondo in ventiquattr’ore e il terzo in pochi giorni, tra le fila degli agenti di polizia penitenziaria in servizio nella struttura. A perdere la vita, questa volta, è stato un assistente capo di 56 anni. Secondo quanto riferito da Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, il focolaio in atto ha colpito in totale 27 poliziotti e una decina di detenuti. L’Unione dei sindacati di polizia penitenziaria, in una nota, denuncia i ritardi della autorità competenti sia nella gestione del contagio sia nella somministrazione del vaccino tra i operatori. Il presidente dell’Ussp, Giuseppe Moretti, sottolinea infatti di aver chiesto da tempo che gli agenti di polizia penitenziaria vengano equiparati al personale sanitario in servizio nelle rsa “per il potenziale rischio dovuto alla elevata promiscuità nei contatti con i detenuti”, e di sospendere i colloqui visivi laddove non fosse possibile garantirli in sicurezza sanitaria.
Per Moretti “si potrebbe realizzare la vaccinazione in tempi rapidissimi nelle carceri utilizzando le strutture infermieristiche esistenti, considerando che in servizio vi sono circa 37mila unità, una goccia rispetto ai 60 milioni di persone da vaccinare sul territorio italiano”. Il rappresentante sindacale lancia, infine, un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi e alla ministra Marta Cartabia, affinché tali rivendicazioni possano trovare attuazione e si garantisca lo svolgimento in sicurezza di un lavoro delicato come quello di chi opera quotidianamente nelle carceri.

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