Tra non molto sarà vietato per legge fumare all’aperto: il testo del provvedimento sarebbe già stato scritto dai tecnici del Ministero della Salute, come riporta Quotidiano Sanità. Non si potrà più accendere né una sigaretta né una e-cig nei tavoli all’aperto di bar e ristoranti, così come alle fermate sempre all’aperto di metro, bus, treni e traghetti.
Inoltre, secondo alcune indiscrezioni, il provvedimento andrà a chiudere anche le sale destinate ai fumatori, istituite negli aeroporti e in altri locali al chiuso, e limiterà le possibilità di fare pubblicità alle sigarette elettroniche, sulla scia di quanto già previsto per il tabacco tradizionale
La multa per chi trasgredisce ai nuovi divieti è di 275 euro, ridotta del 50% se si paga entro 60 giorni. Stessa sanzione del resto prevista per chi infrange il divieto di fumo tradizionale al chiuso. E anche per e-cig e Iqos, così come per i tradizionali prodotti a base di tabacco fumati all’aperto, non saranno i gestori dei locali a poter comminare le sanzioni, ma vigili urbani o forze dell’ordine da questi chiamati in caso di mancato rispetto del divieto introdotto dalla “legge Sirchia” 20 anni fa e fino a oggi infranto da pochi.
Ogni anno i morti per il tabacco in Italia sono 93mila. Si tratta del 20,6% di tutti i decessi, denuncia la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in tutto il mondo, entro il 2030 il fumo arriverà a provocare otto milioni di morti all’anno.
Nel 2022, secondo i dati dell’Iss (Istituto Superiore di Sanità), quasi un italiano su quattro (il 24% della popolazione) era un fumatore: il trend è in ripresa dopo anni di calo. Quando entrò in vigore, la legge Sirchia fu accolta da forti polemiche. Tuttavia, negli anni successivi, come certifica l’Istat, portò alla riduzione dei ricoveri per infarto del 5% ogni anno e alla diminuzione del 25% delle vendite dei prodotti del tabacco. Poche settimane fa, il ministro Schillaci – “vista la preoccupante diffusione di stili di vita non salutari” – aveva detto di voler “affrontare la prevenzione e il contrasto del tabagismo, che è tuttora la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile in Italia“.