Sono luoghi perduti dove la natura ha preso il sopravvento, il silenzio regna sovrano e il tempo sembra rimasto sospeso agli attimi prima dell’abbandono: si tratta delle città fantasma, anche note come ghost town, villaggi e paesi ormai abbandonati al proprio destino a causa di calamità naturali, epidemie e guerre o a causa dell’emigrazione degli abitanti per ragioni economiche e sociali. In Italia esisterebbero almeno un migliaio di paesi abbandonati. Con le loro strade deserte, i palazzi in rovina e la vegetazione che ha inghiottito interi sobborghi, questi luoghi spettrali offrono una visione inquietante sulle vite di intere comunità del passato, un tempo prospere, poi risucchiate improvvisamente dal buco nero della storia.
Si tratta di posti unici, ognuno con una storia da raccontare, e che per molti aspetti possono sembrare spaventosi. Il solo pensiero delle innumerevoli vite spezzate lì dove si sono consumate immani tragedie rabbrividisce e lascia un nodo alla gola. Oggi però le città fantasma, proprio grazie al loro fascino oscuro e misterioso, si stanno trasformando in vere attrazioni turistiche. Le ghost town nascondono un grande patrimonio storico, caratteristica che affascina i visitatori in cerca di avventura, fino a trasformarsi in inusuali set fotografici e cinematografici. È così che queste città riscoprono una nuova vita. Anche in Campania esistono diversi borghi fantasma, la maggior parte di essi poco conosciuti e in stato di semiabbandono, ma il cui fascino è rimasto immutato nel tempo. Andiamo a scoprire insieme quali sono.
Sul litorale flegreo, in provincia di Napoli, c’è uno dei borghi abbandonati più antichi della Campania: il Rione Terra, nucleo primitivo di Pozzuoli. La storia del quartiere fantasma è tornata in auge dopo il 1970, quando l’intero abitato fu evacuato e abbandonato a causa del fenomeno del bradisismo. Gli edifici che compongono questo incredibile mosaico di stratificazioni storiche sono stati costruiti su quelle che un tempo erano le antiche abitazioni di epoca romana. Ne è un esempio lampante il Duomo di Pozzuoli, edificato sulle rovine dell’antico Tempio di Augusto, quest’ultimo inglobato al suo interno. Dopo un lungo lavoro di riqualificazione e di restauro durato oltre un decennio, l’antico borgo disabitato sul mare è tornato nuovamente visitabile: oggi l’intera area rappresenta uno dei principali siti archeologici della Campania, un vasto museo a cielo aperto che merita di essere visitato.

Dalla costa partenopea di spostiamo nel Casertano, ricco di città che per molteplici ragioni storiche sono state abbandonate dalle rispettive popolazioni. Nel cuore della piana del Volturno sorge Vairano Patenora. La sua storia è molto travagliata, dato che nell’antichità la rocca che domina l’abitato fu più volte distrutta e ricostruita. Oggi il nucleo più antico del borgo che sorge ai piedi del castello, sebbene in parte disabitato, è comunque visitabile. Le leggenda narra che di notte le strade e gli edifici vuoti siano infestati dai fantasmi. Una volta all’anno, però, il centro antico della città torna a vivere, animandosi di luci e di colori in occasione della Festa medievale, per celebrare gli antichi fasti del passato con parate, giostre e duelli. Sempre sul territorio di Vairano Patenora sorge su un colle il villaggio abbandonato di Marzanello Vecchio. Fondato probabilmente intorno all’anno Mille, rimase abitato fino alla fine Settecento. Le cause del suo abbandono restano ancora oggi un mistero inoltre subì gravi danni durante il secondo conflitto mondiale. L’unico edificio restaurato è la chiesa di San Nicola che sovrasta dall’alto i ruderi del paese.

Sulla catena dei monti Trebulani, adagiata su un promontorio che si staglia sull’Agro caleno, si trova l’antica frazione di Croce, nel territorio del Comune di Rocchetta e Croce. Il piccolo villaggio rurale, dedito fin dall’antichità alla pastorizia e all’agricoltura, venne lentamente abbandonato durante il secondo dopoguerra: a partire dagli anni Cinquanta, infatti, la sua popolazione emigrò quasi interamente all’estero, in particolare negli Stati Uniti, in cerca di fortuna e di condizioni di vita migliori. Fu così che mano a mano il paese si svuotò fino a rimanere completamente disabitato. A causa della folta vegetazione che cresce impervia e rigogliosa sul promontorio il borgo è difficilmente accessibile ma non è esente dal regalare grandi suggestioni a chi decide di avventurarsi tra le sue strade dissestate e i suoi edifici abbandonati.

Il nostro viaggio prosegue nell’Alto casertano e fa tappa nella tranquilla cittadina di Piedimonte Matese, ai piedi del massiccio del Matese: qui si trova il borgo di San Giovanni, nucleo originario dell’antica roccaforte a guardia della piana del Volturno, oggi in stato di semiabbandono. Perdersi tra le stradine silenziose del borgo e ammirare le case in pietra ormai in disuso equivale a fare un tuffo nel Medioevo. Numerosi sono gli edifici e gli antichi palazzi in decadenza, tra questi merita di essere menzionato il possente Palazzo Ducale dei Gaetani, che ha tutte le caratteristiche di una fortezza medievale. L’edificio è attualmente disabitato sebbene siano in corso diversi interventi di restauro e di riqualificazione al fine di restituire al palazzo l’antico splendore dei tempi che furono.

Tra gli antichi borghi dell’Alto casertano che si stanno spopolando lentamente c’è Fontegreca. Il paese ha una storia travagliata in quanto, tra l’ottobre e il novembre del 1943, divenne lo scenario di una cruenta battaglia tra le truppe americane e quelle tedesche. Per sfuggire ai rastrellamenti dei nazifascisti e ai colpi di artiglieria degli alleati gran parte degli abitanti si rifugiarono sull’altopiano di Gallo Matese. Il centro storico del paese, sebbene sia rimasto intatto, versa attualmente in uno stato di decadenza: i suoi abitanti, nell’ultimo ventennio, hanno preferito abbandonarlo trasferendosi per ragioni economiche nei centri della valle del Volturno. Il nucleo più antico del borgo sorge arrampicato sulle rocce e il suo caratteristico intreccio di vicoli e scalini sembra disegnato da Escher. Poco distante dal centro abitato, immersa nel cuore del Parco regionale del Matese, si trova la fiabesca Cipresseta di Fontegreca, un bosco millenario lambito dalle acque di un’antichissima sorgente che dà forma a incredibili giochi d’acqua tra ruscelli, laghetti e cascate, e dove i più temerari, nelle calde giornate estive, possono farsi il bagno.

La prima parte nel nostro viaggio tra le città fantasma termina nei territori al confine tra Campania, Lazio e Molise. Sul versante casertano sorge il borgo abbandonato di San Pietro Infine. Il paese fu raso al suolo nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, dopo aver subito quindici giorni di bombardamenti incessanti. Il conflitto bellico decimò la popolazione, schiacciata tra le linee Gustav e Bernhardt. I pochi superstiti rimasti riuscirono a salvarsi nascondendosi per giorni nelle Grotte della Valle e nei boschi sul monte Sambucaro. Nel 1959 il regista Mario Monicelli scelse questo luogo come set cinematografico dove girare alcune scene iconiche del film La grande guerra, con Alberto Sordi e Vittorio Gassman. I resti dell’antico borgo, di epoca medievale, si trovano arroccati su uno sperone roccioso immerso nel verde. L’intero sito, la cui pace e quiete stride con i boati delle bombe che riecheggiano dal passato, fa parte del Parco della Memoria storica.

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