Un intero magazzino, occultato al riparo da occhi indiscreti, utilizzato per lo stoccaggio di merce contraffatta, pronta ad essere immessa illecitamente sul mercato locale. Questa è stata la scoperta effettuata dagli uomini della Guardia di finanza di Marcianise, che ha rivelato come un rivenditore di preziosi, operante all’interno del locale centro orafo “Il Tarì”, avesse nascosto un ingente quantitativo di gioielli falsi, copie del celebre marchio Pandora, in un locale poco distante dalla sua bottega, nelle immediate vicinanze del noto polo di gioielleria situato nel Comune di Marcianise.
Per il responsabile della truffa, E.M., residente nel comune di Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, è immediatamente scattata la denuncia presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con l’accusa di ricettazione e contraffazione. All’interno del magazzino, che non era dichiarato come unità commerciale facente capo all’azienda del commerciante per sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine, i finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato ben duemilaottocentosessanta monili che riportavano i disegni e i loghi contraffatti del marchio danese. Nel locale commerciale regolarmente utilizzato dall’uomo, invece, sono stati ritrovati circa novecento articoli che sarebbero stati utilizzati per il confezionamento dei gioielli, tra cui buste, sacchetti, scatole e finti certificati di autenticità, tutti rigorosamente marchiati Pandora.
L’uomo, cinquantenne, è risultato essere il responsabile legale di una società con sede a Napoli, operante nel commercio di gioielli e orologi. Ad oggi, le indagini delle fiamme gialle sul caso sono ancora in corso: gli inquirenti hanno intenzione di seguire a ritroso le tracce di questo lotto di merce contraffatta, nel tentativo di ricostruire l’intera filiera di falsari e ricettatori che vi si cela alle spalle. Organizzazioni, queste, dalla struttura spesso molto complessa e spesso di difficile decifrazione, contro cui la Guardia di finanza ha intrapreso una lotta serrata nell’interesse dei consumatori, vittime finali della truffa.
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