Sono giornate intense, queste di fine gennaio, per il Napoli di Rino Gattuso. Giovedì sera, infatti, gli azzurri hanno superato 4-2 lo Spezia allo stadio Maradona e si sono qualificati per le semifinali di Coppa Italia, che disputeranno con match di andata e ritorno il 3 (in casa) e il 10 febbraio (in trasferta) contro la temibile Atalanta, che da parte sua ha eliminato la Lazio. Nemmeno il tempo di guardarsi indietro, però, perché domani è di nuovo campionato e nell’impianto di Fuorigrotta arriva il Parma per la gara valevole per la prima giornata del girone di ritorno (alle 18, con diretta tv su Sky Sport). Quindi, mercoledì prossimo sarà nuovamente la volta della Coppa Italia per la semifinale d’andata contro i bergamaschi di Gasperini; e così via ogni tre giorni per un autentico tour de force che, fino al 28 febbraio, vedrà i partenopei scendere in campo ogni tre giorni contro – una dopo l’altra – Genoa e di nuovo Atalanta in trasferta, Juventus in casa, Granada in Europa League e ancora Atalanta in Serie A tutte e due in trasferta, quindi tra le mura amiche nuovamente gli spagnoli e poi il Benevento.
Anche giovedì sera contro lo Spezia, nel 4-2 col quale ha superato i quarti di finale del secondo torneo nazionale (del quale, peraltro, è detentore), il Napoli ha mostrato una notevole discontinuità, passando dal travolgente primo tempo chiuso avanti di quattro gol (segnati da Koulibaly, Lozano, Politano ed Elmas) a una seconda metà di gara svagata e giochicchiata a ritmi blandi, tanto da permettere alla buona squadra allenata da Vincenzo Italiano di andare in rete due volte (con Gyasi e Acampora) e sfiorare in un paio di occasioni anche la terza marcatura, che probabilmente avrebbe fatto calare il terrore sul terreno di gioco del Maradona. Va certamente tenuto conto, come sottolineato da Gattuso nel post-partita, che nella ripresa sono stati schierati sia Mertens che Osimhen soltanto per dare loro minuti nelle gambe, avendo ben chiaro quanto entrambi siano atleticamente impresentabili in questo momento e come la loro presenza contemporanea in campo equivalga a lasciare la squadra in nove uomini. Però, anche contro i liguri, nel secondo tempo è emersa quella “leggerezza” che, in campionato, finora è costata già troppi punti (gli ultimi, sanguinosi, persi domenica scorsa al Bentegodi di Verona).