L’emergenza rifiuti, causata dalla mancata raccolta degli ingombranti, sta mettendo in allarme i cittadini di Grumo Nevano. Di nuovo. Negli ultimi anni la spazzatura ha spesso invaso le strade e i marciapiedi della città, ma mai in maniera così massiccia. Basta fare una passeggiata voltando lo sguardo a terra per accorgersi della metamorfosi di un intero paese, ridotto a isola di smaltimento. Un incubo che non era mai stato vissuto prima, neanche durante la terribile emergenza rifiuti del 2008. In quei giorni, Grumo Nevano era una specie di Bengodi, con vette di differenziata che superavano addirittura il 60%. Un record per un Comune campano in quegli anni.
Un sistema che ha funzionato perfettamente dal 2006 fino all’ondata di arresti che nel 2018 coinvolse politici, imprenditori e funzionari comunali e portò al commissariamento da parte della Prefettura di Napoli della Gruppo Capasso Srl, la ditta che gestisce il servizio di igiene urbana a Grumo Nevano.
Indagini e arresti certificarono che la vera torta milionaria a Grumo Nevano non era legata al settore manifatturiero, con le tradizionali aziende di abiti e scarpe, ma alla spazzatura. Da anni diverse inchieste giornalistiche si sono occupate dei cosiddetti “signori della monnezza”, che guadagnano milioni di euro ripulendo le strade, che gestiscono lo smaltimento di centinaia di migliaia di tonnellate di spazzatura, che controllano discariche grandi come città e che spesso finiscono nelle indagini della magistratura per reati ambientali e corruttivi.
Dal 2017 anche a Grumo Nevano questo settore è finito nel mirino della magistratura. Per i giudici del Tribunale di Napoli Nord, Grumo Nevano, in buona sostanza, ha avuto “due padroni”: la burocrazia e gli imprenditori della spazzatura. Dalla loro alleanza un paese rinomato per la pulizia e l’ordine delle sue strade si è nel tempo trasformato in ciò che ora è visibile: un totale declino.
Anche per questo in paese prevale la rabbia per il degrado e lo sconforto, per l’assenza di una guida politica. Dal 2011 in poi, infatti, qui si vota quasi ogni due anni. L’ultimo sindaco, addirittura, è rimasto in carica meno di dodici mesi. Il borsino dei pronostici ad ogni tornata elettorale è sempre più orientato al pessimismo, perché la politica a Grumo Nevano oggi è fatta da chi gestisce il potere secondo il teorema di Jep Gambardella, il protagonista de La grande bellezza di Paolo Sorrentino: “Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire”.
Grumo Nevano appare come una mosca imprigionata nell’ambra, cristallizzata all’interno di un sistema che impedisce di liberare quelle potenzialità che un tempo l’hanno resa uno dei pochi Comuni virtuosi della Campania. Dal 2006 ad oggi il Gruppo Capasso Srl è l’unica ditta che ha gestito il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani in città.
Attualmente la Gruppo Capasso Srl, a cui era stato affidato nel 2013 il servizio di igiene urbana del Comune di Grumo Nevano per la durata di cinque anni, opera da ottobre 2018 in regime di proroga. Allora che cosa è cambiato rispetto al passato? A cosa è dovuta questa crisi che ha portato il paese ad essere più sporco e con percentuali di differenziata notevolmente più bassa rispetto a prima? Probabilmente quella di Grumo Nevano è una crisi di sistema. Da una crisi amministrativa si può uscire con qualche mossa dettata da saggezza, per risolvere una crisi di sistema che va avanti da circa un decennio servirebbe un supplemento di determinazione politica, che oggettivamente fino ad oggi è mancata.
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