È stato un fine settimana all’insegna di serrate operazioni di controllo quello appena trascorso per gli uomini della guardia di finanza del comando provinciale di Napoli, impegnati a garantire l’osservanza delle norme anti-contagio in vigore. Sono state ben 2064 le persone controllate, tra strade e terminal portuali, e 110 le violazioni riscontrate, tra cui si contano anche diversi illeciti di natura penale. Un caso tra i più significativi è quello che ha coinvolto i finanzieri di Torre Annunziata i quali, all’altezza del casello autostradale che immette nella città oplontina, hanno tratto in arresto un trentottenne originario di Pompei, fermato mentre circolava a bordo della propria autovettura con 36 grammi di cocaina. Per l’uomo sono scattate le manette e il processo per direttissima con la nuova procedura in videocollegamento. È stata invece impegnata in un sequestro di dispositivi sanitari non a norma la compagnia di Casalnuovo, intervenuta presso le strutture di un’azienda di Volla. A seguito di un controllo, le fiamme gialle hanno posto sotto sequestro 550 prodotti fra mascherine e visiere protettive, realizzate e messe in commercio senza le autorizzazioni previste dalla legge. Il responsabile della ditta, un quarantunenne napoletano, è stato deferito per frode in commercio e segnalato alla Camera di commercio per violazioni al codice del consumo.
Nel mirino della guardia di finanza è finita anche la pesca di frodo. Intervenuti presso il porto di Napoli in piena notte, i militari hanno sorpreso due uomini del posto, un sessantenne e un cinquantottenne, nell’atto di praticare pesca subacquea nelle acque in corrispondenza del varco Bausan. I pescatori, pizzicati a bordo della loro imbarcazione in vetroresina, erano in possesso di equipaggiamento da sub e di attrezzatura tecnica vietata, tra cui delle bombole e un fucile ad aria compressa. Il materiale è stato posto sotto sequestro e il pescato rinvenuto è stato rigettato in mare. I due sono quindi stati sanzionati ai sensi della normativa di settore per illecita attività di pesca e, parallelamente, violazione delle misure sanitarie previste dai decreti governativi e regionali dovute al contenimento della crisi epidemiologica.