Sono numeri da record quelli fatti segnare, nella sola città di Napoli, dalle consegne di pizza a domicilio nel primo giorno di riapertura dei servizi di delivery. Sono state infatti circa sessantamila le pizze sfornate e arrivate sulle tavole dei napoletani, un dato che conferma il legame indissolubile e profondo di questo territorio con i piatti della sua tradizione gastronomica. A confermare la notizia è stato Massimo Di Porzio, presidente della Federazione italiana pubblici esercenti, che ha parlato di una media di 200 pizze sfornate per le 300 attività che hanno riacceso i forni nella giornata di ieri. Di Porzio ha evidenziato come a lavorare siano state principalmente le piccole realtà, le pizzerie di quartiere, e che tra le richieste dei napoletani abbiano fatto da padrone le varianti più classiche della pizza come la margherita e la marinara. Un chiaro segno della voglia che hanno tutti di riscoprire i sapori semplici della tradizione dopo questo lungo periodo di astinenza obbligata.
Di numeri incoraggianti e speranza ha parlato anche Antonio Pace, presidente dell’associazione Verace Pizza Napoletana, che ha però sottolineato come il problema sia lontano dall’essere risolto. Secondo le stime dell’associazione, a riaprire sarebbero state tra il 30 e il 40% delle pizzerie, con un buon numero di esercizi che potranno alzare la serranda solo nei prossimi giorni a causa di ritardi nelle operazioni di sanificazione dei locali. Sia Pace che Di Porzio spingono per lo step successivo, ovvero il permesso per i clienti di ritirare i prodotti da asporto presso i locali. Sia il presidente della Fipe, sia quello di Verace Pizza Napoletana hanno dichiarato che il rispetto delle distanze, così come già avviene per i supermercati, sarebbe un obiettivo assolutamente alla portata degli esercenti del settore, che sono stati fra i più penalizzati dall’emergenza epidemiologica in corso. Per questo motivo, ha chiosato Pace, la categoria chiede al Governo misure per l’erogazione di contributi sui fitti, sulle tasse e un’apertura di credito a tassi bassissimi in mancanza dei quali, ha avvertito, la fase 2 non potrà dirsi realmente cominciata.