La paura della terza ondata del virus (ma la prima e la seconda sono mai finite?) e quella dell’elevata contagiosità della cosiddetta variante inglese stanno per far decidere una nuova stretta al governo nazionale in relazione alle misure per la prevenzione del contagio da Covid-19. Dopo il vertice riunito dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con la partecipazione del ministro Boccia, dei capidelegazione della maggioranza e dei membri del Comitato tecnico-scientifico prende sempre più forza, infatti, l’ipotesi di un “provvedimento ponte” che possa coprire il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio, in attesa del varo di misure più strutturate, dopo gli esiti del monitoraggio relativo ai giorni delle festività natalizie, con la possibilità di coprire l’intero mese di gennaio. Il nuovo Dpcm sarà discusso nel Consiglio dei ministri di stasera.
Allo studio, vi sarebbe – da quanto trapelato al termine del vertice con Conte – l’attivazione di una zona gialla “rafforzata” valida in tutta Italia nei giorni feriali, col divieto di spostamento tra le regioni e la conferma della regola che prevede la possibilità di spostarsi verso un’altra abitazione nella stessa regione al massimo in due persone, ma soprattutto la zona arancione (ma potrebbe essere persino rossa) nel fine settimana. Dovrebbe essere varato anche un abbassamento della soglia dell’indice Rt (quello che regola il posizionamento delle regioni nelle diverse fasce di colore) a partire da lunedì 11: col valore pari a 1 si va in zona arancione, con 1,25 in quella rossa. In Consiglio dei ministri saranno valutate due ipotesi: mantenere in vigore le misure vigenti, prolungandole fino al 15 gennaio (quindi, arancione nei feriali e rosso nel weekend), oppure tornare in zona gialla per il 7 e l’8 gennaio per poi passare all’arancione nel weekend del 9 e 10 e poi valutare il da farsi sulla base del monitoraggio dei contagi, prima di assegnare le nuove fasce per la settimana seguente.

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