Avete presente la legge di Murphy, quella secondo cui tutto ciò che può andare storto, andrà storto e nel peggior momento possibile? Solitamente la si usa in contesti statistico-matematici, ma si può adattare benissimo anche al Napoli, che crolla per l’ennesima volta in questa stagione. La trasferta in casa del Granada si chiude con una sconfitta per 2-0 e, come se non bastasse, Gennaro Gattuso perde un altro pezzo del suo scacchiere, ossia Matteo Politano, alle prese con un problema al costato che gli impedisce di respirare correttamente. Il primo round dei sedicesimi di finale di Europa League se lo aggiudicano, dunque, gli spagnoli e ora si fa dura per gli azzurri in vista del ritorno al Maradona (in programma giovedì 25 febbraio, alle ore 18.55).
La difesa fa acqua, ma l’attacco è pure peggio
In verità, il Granada ha tutt’altro che dominato, ma è stato comunque bravo ad approfittare delle due occasioni migliori, dando l’impressione di potersi rendere pericoloso al primo affondo. Segno che, a dispetto delle assenze pesanti, la condizione atletica è nettamente superiore a quella del Napoli. La difesa azzurra, del tutto obbligata per totale mancanza di alternative, concede gol con una facilità impressionante e i giocatori non comunicano tra di loro, come dimostra la prima rete dei padroni di casa. In questa circostanza, i difensori partenopei non scalano in maniera corretta e Di Lorenzo si trova a marcare l’uomo che era di Rrahmani, dimenticandosi di Herrera alle sue spalle che, di testa, infila Meret. Nell’azione del 2-0, invece, è proprio il centrale kosovaro a commettere l’errore, non andando a chiudere su Kenedy il quale, con un tiro radente di collo esterno, colpisce il Napoli per la seconda volta, a distanza di appena due minuti dal primo gol.
Tuttavia, in questo momento storico del Napoli, ciò che desta maggiore preoccupazione è l’attacco. Gli uomini (pochi, anche in questo caso) a disposizione di Gattuso hanno “le polveri bagnate”, si direbbe in gergo militare. Il pacchetto offensivo azzurro sta diventando sempre meno prolifico e lo dicono i dati. Nelle ultime tre partite, ha totalizzato appena sette tiri in porta, di cui solo due sono stati tramutati in gol (quello di Lozano in Coppa Italia in casa dell’Atalanta e quello di Insigne su rigore contro la Juventus). Uno dei suddetti tiri in porta è arrivato proprio ieri contro il Granada con Osimhen, francamente neanche irresistibile. Con questi numeri, tocca essere onesti, il Napoli non andrà da nessuna parte e ogni obiettivo rischia di saltare.
“Abbiamo dieci giocatori, ma dove andiamo?”
Nell’analisi post-gara condotta da Gattuso, c’è spazio anche per le numerose assenze, tema già rimarcato ampiamente in questi giorni. “Domani faremo la conta − spiega l’allenatore, visibilmente demoralizzato −. Posso solo assicurare che non è facile. Noi oggi dobbiamo pensare a chi mettere in campo domenica. Politano? Ha male al costato e fa fatica a correre. Non abbiamo dieci giocatori, questo rende tutto difficile. Ma inutile stare qui a piangere, bisogna trovare le soluzioni“. Questo è il “quadro” dipinto dal tecnico azzurro al termine della sfida col Granada. Il risveglio, però, è meno amaro oggi per lui e per il Napoli. Può tornare ad allenarsi in gruppo, infatti, Kalidou Koulibaly, elemento fondamentale della squadra, e assieme a lui Faouzi Ghoulam, entrambi guariti dal Covid-19. A comunicarlo è il club partenopeo tramite i propri canali social ufficiali.
Ma le buone notizie, finiscono qui. C’è da ritrovare la giusta concentrazione e recuperare il più velocemente possibile le forze in casa Napoli, che domenica sarà di nuovo ospite dell’Atalanta, stavolta in campionato (diretta tv su Sky Sport, alle ore 18). Le cose da aggiustare sono tante, i numerosi errori tecnici, anche basilari, visti in campo ieri non sono ammissibili per una squadra che punta ai primi quattro posti della classifica. Tocca a Gattuso saper tenere alto il morale in questo momento buio, facendo valere la grinta, caratteristica della sua persona, che lui stesso sembra però aver perduto.

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