Una vera e propria tempesta s’è abbattuta quest’anno sul Napoli, che continua a perdere pezzi della rosa. L’ultimo infortunio, in ordine temporale, è quello di Andrea Petagna, che ha rimediato una distrazione parcellare del retto femorale destro al termine dell’allenamento di ieri e ne avrà per un periodo che va dai dieci giorni a salire. L’assenza di Petagna si ggiunge a quella di Lozano, ufficializzata ieri, certamente la più pesante visto il grande apporto dato dal messicano fino a questo momento (13 gol e 4 assist in 32 gare disputate). Piove sul bagnato, dunque, per Gennaro Gattuso, che per il prossimo impegno di giovedì nell’andata dei sedicesimi di Europa League contro il Granada sarà costretto ad aggregare alla prima squadra diversi giovani provenienti dalla Primavera.
Oltre 70 infortuni in 33 partite: è emergenza vera in casa Napoli
La lista degli indisponibili si allunga sempre di più, con la punta ex Spal che giovedì diventerà l’assenza numero 74 su 33 partite stagionali. Volendo fare dunque un resoconto, conteggiando già la trasferta spagnola del 18 febbraio, il Napoli registra venticinque infortuni di tipo traumatico, dieci di natura muscolare e i restanti da posizionare nel tabellone Covid, in cui i partenopei hanno comunque subito meno casi di tutte le rivali eccetto Lazio e Juventus. Questi numeri esorbitanti sono provocati da un’annata dove il calcio non è più calcio, come dichiarato a più riprese da Gattuso.
Il calendario è pieno zeppo di impegni, si gioca ogni tre giorni e ciò grava pesantemente sulle squadre sia in termini di risultati deludenti nelle rispettive competizioni nazionali che in termini di infortuni, per l’appunto. Si produce, così, un effetto a catena per il quale i calciatori indisponibili costringono gli allenatori a utilizzare sempre gli stessi elementi, riducendo le rotazioni. Di conseguenza, la probabilità di incappare in infortuni cresce sensibilmente. E se non si tratta di infortuni, ci pensano le positività al Coronavirus a mettere i bastoni tra le ruote, diventando la seconda via d’accesso a questa sorta di loop distruttore.
La fortuna nella sfortuna: gli azzurri restano in linea con gli obiettivi stagionali
Un lato positivo però, in tutta questa storia, c’è comunque: il Napoli è ancora in piena corsa per raggiungere i traguardi fissati a inizio stagione dalla società. Con l’esaltante vittoria di sabato scorso contro la Juventus, la squadra di Gattuso è arrivata infatti a quota 40 punti in campionato, mettendosi a sole tre lunghezze di distanza dal terzo posto e a due dal quarto, obiettivo minimo per poter accedere alla prossima Champions League. Se poi si considera che gli azzurri hanno anche una partita in meno (proprio contro i bianconeri all’Allianz Stadium di Torino), ecco che il bilancio della stagione 2020-2021 può comunque finora essere considerato positivo. Il merito va specialmente alla composizione della rosa, la quale, a dispetto delle gravi defezioni, resta molto lunga.
A fare meglio di tutte, per il momento, è soltanto l’Inter, che nell’ultimo turno di Serie A ha compiuto l’agognato sorpasso sui cugini del Milan, portandosi al comando della classifica con 50 punti. La squadra di Antonio Conte, però, diversamente dalle inseguitrici, può permettersi il lusso di concentrare le proprie forze tutte sul campionato, disponendo della settimana tipo (cosa che, col calendario ultracompatto di quest’anno, nessuna squadra di vertice ha), essendo stata eliminata già nella fase a gironi di Champions dalle competizioni europee e, in semifinale, anche dalla Coppa Italia. In più, non c’è stata una sola gara in cui i nerazzurri (e non solo loro, per la verità) si siano trovati nelle condizioni del Napoli. Il “traino” della squadra, Lukaku, è mancato soltanto per quattro partite, ma soprattutto l’Inter non è mai stata obbligata a rinunciare a lui e, contemporaneamente, al suo “compagno di merende” Lautaro Martinez, che addirittura è stato presente in tutti i match disputati fin qui dalla squadra milanese, sia che partisse titolare che subentrante dalla panchina. Detto ciò, immaginiamo per un attimo che tale duplice assenza si fosse verificata. Anzi, proviamo a immaginare che ai due attaccanti si fossero aggiunti, più o meno in contemporanea, i vari Barella, Brozovic, de Vrij, Skriniar e facciamo un parallelismo con la compagine di Gattuso, orfana dei pari ruolo Demme, Fabian Ruiz, Manolas e Koulibaly, oltre che delle bocche da fuoco Mertens e Osimhen, che in due totalizzano più di quattro mesi di assenza.
Da qui, il quesito, che sa di provocazione: chi ci dice che sarebbero arrivati gli stessi risultati, con tanto di primato in classifica? Ovviamente, lo stesso interrogativo andrebbe posto anche in riferimento a Milan, Juventus e Roma, che come l’Inter precedono il Napoli. La risposta non la conosce nessuno, ma può essere ragionevole ipotizzare un loro rallentamento, pur riconoscendone l’elevata qualità nelle alternative. In definitiva, pertanto, l’accanimento contro Gattuso appare oltremodo ingiustificato, perché un’analisi seria del suo operato dovrebbe tenere in considerazione anche gli elementi appena descritti.

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