I dati, contenuti nella corposa relazione semestrale consegnata dalla Direzione investigativa antimafia al Parlamento, indicano che c’è una “grave crisi valoriale che interessa ampie fasce di amministratori locali, funzionari della pubblica amministrazione e operatori economici che, sensibili al fascino del facile guadagno, si rendono disponibili a comportamenti collusivi e a pervasive pratiche corruttive, consentendo alla camorra di integrarsi a ‘sistema’ all’interno del circuito legale“.
I grandi cartelli della camorra «hanno ormai raggiunto un livello di ibridazione tale da renderli sempre più nella forma delle cosiddette imprese mafiose», competitivi e attrattivi anche nei settori dell’economia e della finanza.
Le analisi degli esperti della Dia, guidati da Maurizio Vallone, nella sua ultima relazione al Parlamento, fotografano una realtà in cui cresce a tendenza dei sodalizi camorristici una progressiva occupazione del mercato legale .”In questo ambito – segnala la relazione – le organizzazioni camorristiche più strutturate e dotate di una solida tradizione criminale riescono a capitalizzare le proprie capacità di relazione e di intermediazione sul piano sociale, politico ed economico, creando pericolose contiguità all’interno di interessi di tipo crimino-affaristici“.
“La galassia camorrista in Campania – evidenzia la Dia – è costituita da clan storici connotati da una stretta appartenenza familiare dei rispettivi componenti. Questi sodalizi hanno raggiunto nel tempo una posizione dominante all’interno del panorama criminale della regione in grado di esercitare un’incisiva regolazione dei mercati illeciti, soprattutto in materia di stupefacenti, nonché un capillare controllo dell’economia legale tramite la partecipazione finanche diretta in aziende, imprese e attività commerciali, sino ad occupare talvolta intere filiere produttive”.
La camorra, prosegue la Dia, “si muove nel tessuto economico e sociale con formidabile efficacia finanziando imprese e attività produttive in difficoltà e sfruttando le proprie capacità di mediazione per costituire reti di relazioni trasversali, funzionali alla capitalizzazione degli ingenti profitti illecitamente accumulati“.
Ai settori storici nei quali la camorra opera, si sono aggiunti interessi delle organizzazioni criminali nel campo del commercio di idrocarburi, sia all’ingrosso, sia al dettaglio e, da ultimo, anche verso la raccolta di olio alimentare esausto che rappresenta oggi un vasto e proficuo affare.
Il contesto criminale dell’area metropolitana di Napoli è caratterizzato da una iper-competitività tra clan cui corrisponde un frequente ricorso ad atti violenti, commessi anche con l’uso delle armi, che suscita allarme sociale e molto spesso distrae l’attenzione dell’opinione pubblica dalla crescente capacità collusiva e corruttiva dei grandi cartelli cittadini che, sfruttando radicate tradizioni criminali e stretti vincoli fiduciari, si infiltrano nel tessuto economico e sociale.