La proposta di regolamento sul packaging presentata dalla Commissione Europea, imporrebbe, l’addio alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a un chilo e mezzo, che l’Ue giudica superfluo.
Oltre alle insalate in busta, rischiano di scomparire dagli scaffali dei supermercati anche i cestini delle fragole, le confezioni di pomodorini, le arance in rete e persino le bottiglie magnum di vino. Se confermata questa scelta, sostiene la Coldiretti, aprirebbe a tutta una serie di problemi, da quelli igienico-sanitari fino alla gestione degli sprechi.

Insalate in busta e frutta confezionata sono ormai entrate nelle abitudini quotidiane dei consumatori italiani. Secondo l’ultimo sondaggio di Unione italian food, i tre quarti degli intervistati acquistano questi prodotti regolarmente, il 38% lo fa addirittura tutte le settimane. Inoltre, la direttiva avrebbe anche effetti sul comparto del vino. Così come è scritta, nota la Coldiretti, condurrebbe infatti a una standardizzazione delle bottiglie e alla riduzione del loro peso, eliminando di fatto il formato magnum. Dal 1° gennaio 2030 il 10% delle bevande alcoliche immesse sul mercato dovrà inoltre utilizzare imballaggi inseriti in sistemi di riuso e dal 1° gennaio 2040 tale soglia dovrà salire al 25%. Per i vini, a eccezione degli spumanti, è prevista una soglia del 5% a partire dal 1° gennaio 2030 che salirà al 15% entro il 1° gennaio 2040.
Quindi, il regolamento andrebbe di fatto a colpire due dei settori del made in Italy più esportati all’estero. Se le vendite di vino sui mercati stranieri hanno sfiorato nel 2022 la quota record di 8 milioni di euro in valore, quelle di ortofrutta hanno raggiunto i 5,7 miliardi, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, ai quali si aggiungono altri 4,8 miliardi di ortofrutta trasformata, quella più esposta ai cambiamenti in fatto di packaging.
Coldiretti chiede dunque di “correggere l’attuale proposta, eliminando i divieti per il monouso di frutta e verdura sotto il peso di 1,5 chili e ricalibrando le misure per il settore vinicolo, al fine di non pregiudicare la qualità delle produzioni e la possibilità di scelta da parte dei consumatori“.
