Nell’ultima settimana l’influenza ‘australiana’ ha colpito circa un milione di italiani tra adulti e bambini. “L’epidemia è in fortissima ascesa, il picco non è stato raggiunto e ci aspettiamo che si raggiungerà intorno a Natale o dopo” il grido d’allarme è della Federazione italiana dei medici di medicina generale e della Società italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza (Simeu), che avvertono sulla situazione epidemica in peggioramento, mostrando una diffusione del virus su larga scala ed estremamente precoce.

Mentre gli altri anni il picco arrivava tra gennaio e febbraio, quest’anno il massimo dei contagi è previsto nella settimana di Natale, proprio cui il sistema sanitario è più sguarnito di medici per le feste. È qui che possono arrivare i problemi e le strutture sanitarie potrebbero andare sotto stress.
L’influenza di stagione, va ricordato, è caratterizzata da una febbre molto alta, sintomi respiratori e qualche volta gastroenterici. E quest’anno si sta rivelando più aggressiva e pericolosa. In vista quindi di settimane sempre più critiche, e considerata la situazione già grave,), il presidente, Fabio De Iaco, dei medici dell’Emergenza Urgenza ha lanciato un appello ai cittadini: “Per sintomi influenzali che durano da tre giorni, a meno che non si abbiano particolari fragilità, è sconsigliabile rivolgersi al pronto soccorso“. Per De Iaco “spesso persone adulte, che non trovano risposta sul territorio, prese dal panico per una febbre alta o mal di testa che durano da tre giorni, si rivolgono al pronto soccorso. Ma così facendo vanno incontro a lunghe attese e rischiano di contagiarsi con altri virus. Il medico di famiglia è la figura più adatta cui rivolgersi, tenendo anche conto che la febbre in caso di influenza, è normale che possa durare cinque giorni“
Come curarsi? Secondo Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute, se ci si ammala, occorre “prendere antipiretici per abbassare la temperatura, bere molto, riposo e no antibiotici a meno che non siano indicati dal medico di fronte al sospetto di una complicazione batterica. Ricordiamo ancora che gli antibiotici non funzionano contro i virus“
