Ad annunciarlo il Garante della privacy italiano che, ha fatto sapere come “OpenAI“, la società statunitense che ha creato lo strumento, si sia adeguata alle misure richieste e per questo ha avuto il via libere a tornare accessibile nel nostro Paese.
Proprio il Garante, lo scorso 30 marzo, aveva disposto il blocco immediato alla raccolta dei dati personali degli utenti italiani da parte di OpenAI, costringendo la startup guidata da Sam Altman a bloccare ChatGPT in Italia.

“Abbiamo incontrato o chiarito le questioni sollevate dal Garante“, ha dichiarato il portavoce dell’azienda in una comunicazione ufficiale. Il termine fissato dal Garante della Privacy italiano per adeguarsi era il prossimo 30 aprile, quindi l’accordo è arrivato a pochi giorni dalla scadenza. “Abbiamo chiarito le questioni sollevate dal Garante, tra cui le nuove informazioni sul Centro assistenza e su come raccogliamo e utilizziamo i dati; maggiore visibilità della nostra Informativa sulla privacy sulla homepage di OpenAI e sulla pagina di accesso di ChatGPT. Maggiore visibilità del nostro modulo di disattivazione dei contenuti degli utenti negli articoli del Centro assistenza e nell’Informativa sulla privacy“, ha aggiunto il portavoce.
“Continuiamo a offrire il nostro processo di risposta alle email e alle richieste di privacy via e-mail, nonché un nuovo modulo per gli utenti dell’Ue per esercitare il loro diritto di opporsi al nostro utilizzo dei dati personali per alimentare i nostri modelli. E uno strumento per verificare l’età degli utenti in Italia al momento della registrazione. Apprezziamo la collaborazione del Garante e attendiamo con impazienza di proseguire le discussioni in corso“, si legge ancora nella nota della società che ha creato ChatGPT.

Ecco le modifiche fatte su ChatGPT
- Predisposto e pubblicato sul proprio sito un’informativa rivolta a tutti gli utenti e non utenti, in Europa e nel resto del mondo, per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento
- Ampliato l’informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio rendendola ora accessibile anche nella maschera di registrazione prima che un utente si registri al servizio
- Riconosciuto a tutte le persone che vivono in Europa, anche non utenti, il diritto di opporsi a che i loro dati personali siano trattati per l’addestramento degli algoritmi anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile
- Introdotto una schermata di benvenuto alla riattivazione di ChtaGPT in Italia, con i rimandi alla nuova informativa sulla privacy e alle modalità di trattamento dei dati personali per il training degli algoritmi
- Ha previsto per gli interessati la possibilità di far cancellare le informazioni ritenute errate dichiarandosi, allo stato, tecnicamente impossibilitata a correggere gli errori
- Ha chiarito, nell’informativa riservata agli utenti, che mentre continuerà a trattare taluni dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio sulla base del contratto, tratterà i loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi, salvo che esercitino il diritto di opposizione, sulla base del legittimo interesse
- Ha implementato per gli utenti già nei giorni scorsi un modulo che consente a tutti gli utenti europei di esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali e poter cosi’ escludere le conversazioni e la relativa cronologia dal training dei propri algoritmi
- Ha inserito nella schermata di benvenuto riservata agli utenti italiani già registrati al servizio un pulsante attraverso il quale, per riaccedere al servizio, dovranno dichiarare di essere maggiorenni o ultratredicenni e, in questo caso, di avere il consenso dei genitori
- Ha inserito nella maschera di registrazione al servizio la richiesta della data di nascita prevedendo un blocco alla registrazione per gli utenti infratredicenni e prevedendo, nell’ipotesi di utenti ultratredicenni ma minorenni che debbano confermare di avere il consenso dei genitori all’uso del servizio
