Era da undici anni che un film italiano non apriva la Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia. Quest’anno l’onore toccherà a un’opera girata e ambientata a Napoli. Si tratta di Lacci, l’atteso film che il regista Daniele Luchetti ha tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore partenopeo Domenico Starnone edito da Einaudi. Il film sarà proiettato mercoledì 2 settembre, nella sala grande del palazzo del cinema al Lido di Venezia, durante la serata di apertura della settantasettesima edizione della Mostra, che quest’anno si svolgerà comunque dal vivo ma con le ovvie limitazioni dovute alle norme di sicurezza anti-virus.
Prodotto da Ibc Movie con Rai Cinema, Lacci è scritto dagli stessi Starnone e Luchetti assieme a uno sceneggiatore importante come il casertano Francesco Piccolo. Anche il cast artistico è di notevole livello, poiché nei ruoli principali recitano Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi e Francesca De Sapio. La trama è ambientata nella Napoli d’inizio anni Ottanta, dove il matrimonio tra Aldo e Vanda entra in crisi quando l’uomo s’innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, tuttavia, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Intorno ai due protagonisti, Luchetti, come già Starnone nel suo romanzo, costruisce un autentico giallo sui sentimenti, ma anche una storia di lealtà e infedeltà, rancore e vergogna, tra tradimento e dolore, una scatola segreta e una casa devastata, un gatto e la voce degli innamorati e dei disamorati.
Il regista spiega che “negli ultimi tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi. E, invece, durante la quarantena – prosegue Daniele Luchetti – ci ha dato conforto, come una luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie, i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai festival, dunque, che permettono di celebrare tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a tutti. Con Lacci sono onorato di aprire le danze del primo grande festival di un tempo imprevisto. Quando ho letto per la prima volta Lacci ho trovato domande che mi riguardavano e personaggi nei quali era difficile non identificarsi. Attraverso una storia familiare che dura trent’anni, due generazioni, legami che somigliano più al filo spinato che a lacci amorosi, si esce con una domanda: hai permesso alla tua vita di farsi governare dall’amore? Lacci è un film sulle forze segrete che ci legano. Non è solo l’amore a unire le persone, ma anche ciò che resta quando l’amore non c’è più. Si può stare assieme per rancore, nella vergogna, nel disonore, nel folle tentativo di tener fede alla parola data. Lacci racconta i danni che l’amore causa quando ci fa improvvisamente cambiare strada e quelli, peggiori, di quando smette di accompagnarci“.
Da parte sua, il direttore della Mostra di Venezia, Alberto Barbera, aggiunge: “La felice opportunità di aprire nuovamente la Mostra con un’opera italiana dopo undici anni è offerta dal bellissimo film di Daniele Luchetti, anatomia della difficile coesistenza di una coppia, alle prese con tradimenti, ricatti emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza un piccolo giallo che viene svelato solo nel finale. Sostenuto da un cast eccezionale, il film – conclude Barbera – è anche il segno del felice momento che sta attraversando il nostro cinema, in continuità con la tendenza positiva delle ultime stagioni che la qualità dei film invitati a Venezia quest’anno non potrà che confermare”.
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