Diciamolo chiaramente: le “letture da spiaggia” sono una categoria letteraria ben poco definita in cui, il più delle volte, convivono titoli diversissimi per genere, atmosfera e tematiche. Tanto sono fumosi i suoi confini quanto è, spesso e volentieri, poco edificante per gli scrittori rientrare in tale definizione, per molti sinonimo di estrema leggerezza e banalità. Andando oltre queste accezioni negative rimane, tuttavia, il dubbio: come ha ben puntualizzato Katy Waldman in un articolo sul New Yorker, non c’è consenso unanime su cosa renda un libro meritevole di entrare nelle selezioni delle migliori letture estive dell’anno o se la categoria debba addirittura esistere o meno. Una soluzione per aggirare tale problema “esistenziale” potrebbe essere, tuttavia, cercare una connessione con gli elementi naturali che ci circondano: ecco, dunque, una piccola selezione di libri, proposti a cadenza settimanale, che hanno come protagonista, coprotagonista o ambientazione principale il mare.

Immaginate di essere su una barca a vela di circa dieci metri, in solitaria o in compagnia di un’altra persona, nel bel mezzo del mare del Nord, in una traversata dalla Scandinavia alle isole britanniche, diretti verso i piccoli porti della Scozia e dell’Irlanda o, ancora, impegnati a costeggiare la Bretagna e la Galizia attraverso il golfo di Biscaglia. Immaginate di mollare tutto e partire, per qualche anno, conducendo questa vita nomade nelle acque del Nord Europa. È quello che ha fatto, più volte, lo svedese Björn Larsson, scrittore, velista e docente di letteratura francese presso l’università di Lund, raccontando poi le sue avventure sull’acqua in La saggezza del mare, edito in Italia da Iperborea (288 pagine, 16 euro). Non si tratta, tuttavia, di un semplice diario di viaggio, schematico e ordinato cronologicamente, ma di un resoconto diviso per tematiche, che mira a raccontare l’essenza di momenti precisi che ogni viaggiatore affronta e che diventano spunto per riflessioni profonde sul significato ultimo delle cose, sugli incontri, su partenze e approdi, sul significato dell’inspiegabile, sulla realizzazione dei sogni, sulla difficile e nobile arte del compromesso e delle mezze misure, sul vagabondaggio, sull’unirsi e sul dividersi e molto altro.
Con la stessa rapidità degli stravolgimenti meteo che si verificano lungo le coste irlandesi dell’Atlantico, infatti, questo libro riesce a sbalzare il lettore con incredibile coerenza da un capo all’altro delle acque più settentrionali d’Europa, a zonzo nello spazio e nel tempo, passando nel giro di poche righe dalla tranquillità di una baia deserta delle Ebridi esterne al mare forza 9 della Bretagna. Quelle di Larsson, in ultima analisi, sono “riflessioni sulla vita come la si vede dal pozzetto e dal ponte di una barca a vela”, un navigare talvolta placido, talvolta eroico alla ricerca di un appagamento umano e spirituale. Come ha scritto Harry Martinson, grande modello letterario dell’autore e al quale il rimando è costante tra le pagine del libro, “è così che va con la vita e con lo scopo che si persegue: finisce per così dire in mezzo al mare, e inizia per così dire in mezzo al mare, e anche lo scopo è per così dire in mezzo al mare”.
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