La stagione estiva si avvia alla sua conclusione e anche se per un po’ abbiamo potuto mettere da parte le nostre preoccupazioni riguardanti la situazione sanitaria mondiale, ben presto dovremo affrontare nuovamente ansie e timori. Così se finora ho preferito soffermarmi su altre storie, forse sperando in una vera svolta, ora mi pare di non potermi più esimere dal parlarvi di questo classico maledettamente contemporaneo: La peste di Albert Camus (Bompiani, 2017).
La vicenda è ambientata a Orano, una città mercantile dell’Algeria nella quale negli anni ’40 del secolo scorso (l’anno preciso non viene volutamente indicato) dilaga un’improvvisa moria di ratti. i cittadini, abituati a dedicarsi solo al lavoro e agli affari, inizialmente non daranno peso a queste morti sospette, non potendo immaginare che sono solo le prime avvisaglie dell’epidemia che si abbatterà sulla loro città.
Ho acquistato questo libro molti anni fa e, come faccio sempre, ho aspettato che arrivasse il suo momento. E quel momento non è mai stato più azzeccato: prima di allora, non mi era mai parso di vivere in prima persona una situazione così simile a quella descritta dall’autore. In particolare, tra i protagonisti ho ritrovato tutte le figure professionali che hanno avuto più rilevanza nella cronaca pandemica attuale: il medico, il giornalista, il commerciante… nonché tutti gli stati d’animo che si sono susseguiti durante questi lunghi mesi: paura, follia, speranza, rassegnazione, indifferenza, abnegazione.
In effetti, questo romanzo nasce come allegoria della Seconda Guerra Mondiale. Chissà se l’autore avrebbe mai immaginato che, 70 anni dopo, sarebbe stato capace di descrivere quasi per filo e per segno la realtà.
Il consiglio della settimana: L’eterna gioventù di Maurizio Maggiani (Feltrinelli, 2021). La vita e la storia di una donna nata nel 1901 e ancora viva, la Canarina, chiamata così perché durante la Grande Guerra caricava le granate dei cannoni con il tritolo che tingeva di giallo il viso e le mani. Ogni giorno, però, ne nascondeva un po’ in una scatola di legno che ora è arrivata fino a noi. Cosa vorrà farne?

Segui già la tua pagina Facebook il Crivello.it?