Medicina e biotecnologie – Nuove frontiere nella rilevazione dei positivi Covid-19
È tutta campana la ricerca della Task Force Covid 19 del Ceinge-Biotecnologie avanzate di Napoli, pubblicata su Diagnostics e Scientific Reports. Coordinati dai professori Massimo Zollo ed Ettore Capoluongo, gli scienziati del team di ricerca hanno studiato vari test diagnostici per il rilevamento di proteine virali del Sars-CoV-2. Comparando i dati ricavati da questi test con i dati ottenuti da rilevazioni di trascritti di mRNA tramite la tecnologia real time QPCR, hanno osservato un’interessante correlazione. La presenza di questi frammenti di mRNA virale si correla in maniera chiara con la carica virale dei campioni positivi. Secondo gli scienziati questa scoperta potrebbe essere di grande rilevanza diagnostica: consentirebbe l’individuazione di soggetti affetti da Covid-19 con alta carica virale e quindi con un alto potenziale di contagiosità.
Scienze naturali – I Neanderthal parlavano come noi?
Alcuni ricercatori dell’università di Alcalà, in Spagna, hanno condotto degli studi di bioingegneria su reperti fossili di Homo neanderthalensis per cercare di comprendere meglio le loro capacità uditive. Grazie a scansioni tomografiche dei reperti è stato possibile ricostruire un modello bioingegneristico simulato e studiare la capacità di ricezione dell’orecchio esterno e medio dei Neanderthal. In particolare, è stata ricavata l’intensità sonora che potevano percepire e anche le frequenze sonore che erano in grado di ascoltare. Dalla comparazione con le conoscenze che abbiamo sui sapiens loro coevi, gli scienziati ritengono che le loro capacità uditive fossero del tutto analoghe alle nostre. Questo avvalora le ipotesi circa le capacità linguistiche dei Neanderthal, che probabilmente erano tanto sviluppate come quelle degli esemplari di Homo sapiens.
Tecnologia e ingegneria – Sonde più resistenti per esplorare i fondali oceanici
Alcuni ricercatori cinesi dell’università di Zhejiang, guidati dal professor Guorui Li, hanno messo a punto una nuova tipologia di sonda robotica per esplorare le profondità marine. Lo studio delle profondità oceaniche presenta sfide notevoli per scienziati ed ingegneri, date le condizioni ambientali estremamente sfavorevoli all’invio di sonde. Il team dell’università cinese ha messo a punto e collaudato un modello costruito con materiali a base di silicone, seguendo la corrente ingegneristica dei soft-robot. Grazie alla distribuzione, e non alla concentrazione in un solo punto, delle delicate componenti elettroniche, la sonda può sopportare pressioni anche di 1100 kg per ogni suo cm^2!. L’uso del silicone per ridistribuire la forza pressoria dell’acqua inoltre rende questi modelli molto più economici e maneggevoli delle loro controparti rigide, oltre a evitare di dover implementare sistemi di compensazione. Il robot ha la forma di una manta e anche la sua progettazione è stata ispirata dalla conformazione del cranio del pesce abissale Pseudoliparis swirei.
Scienze sociali e comportamentali – “Scusa, ora devo proprio andare”
Sappiamo quando finire una conversazione? Alcuni psicologi e scienziati cognitivi americani, guidati dal professor Adam Mastroianni dell’università di Harvard, ritengono di no. In due studi da loro condotti hanno analizzato le conversazioni di 932 volontari, suddivisi per gruppi. Sono state analizzate conversazioni tra coppie di individui familiari e tra sconosciuti, chiedendo ad ognuno dei due di segnalare in maniera non visibile, quando avrebbe preferito terminare l’interazione. I risultati indicano che le conversazioni tra due interlocutori non si concludono praticamente mai quando si vorrebbe. Lo scarto medio, tra la fine della conversazione desiderata e la fine effettiva si rivela essere di circa la metà dell’intera durata dell’interazione. Questo conferma alcune ipotesi sui problemi di coordinazione umana in attività sociali nelle quali i partecipanti non condividono interamente certe informazioni.