Si presenta in punta di piedi ma arriva dritto al cuore Giorno di scuola, il documentario di Mauro Santini proiettato durante il terzo giorno del Laceno d’oro International Film Festival. Al centro dell’opera in concorso firmata dal regista marchigiano c’è Pieve Torina, un comune di circa 1.400 abitanti ai piedi dei monti Sibillini, dichiarato inagibile al 95 per cento dopo essere stato colpito da un violento terremoto nell’ottobre 2016; ma soprattutto c’è la sua scuola primaria, ricostruita nel 2017 grazie a una raccolta fondi privata. Santini, attraverso un felice esempio di cinema di osservazione, si muove tra i banchi delle cinque classi elementari per riprendere in modo trasparente la quotidianità dei trentacinque alunni e delle loro quattro insegnanti. “Ho capito che il punto di vista doveva essere quello del loro banco”, racconta il regista, che con la sua camera a mano fissa sulla scena i piccoli momenti di una giornata scolastica.

Pur lasciando fuori campo la narrazione didascalica della calamità naturale, la difficile storia recente del paese entra poeticamente nel quadro quando, durante una lezione di scienze all’aperto, i bambini si ritrovano a passeggiare tra le macerie del centro abitato. In quel momento, attraverso il ricordo innocente, si disvela una geografia dei luoghi fantasmatici che mostra allo spettatore la memoria di ciò che non è più visibile. Quello di Santini è un ritratto delicato, dal contorno desetiano, ma anche la testimonianza filmica di una comunità resiliente, potenziata dalla musica originale composta da Marco Fagotti, sviluppata per variazione a partire da sette note improvvisate su un pianoforte della scuola da Marco Bulai, uno degli allievi di quinta elementare.

Musica protagonista anche nella sezione Laceno Doc, nel film Dorival Caymmi: Black to Blue. Il lavoro diretto dal brasiliano Henrique Dantas, infatti, indaga la figura artistica di Caymmi, uno tra i più importanti compositori di musica popolare brasiliana. Dantas, muovendosi tra riprese artistiche e interviste frontali (tra gli altri figurano Gilberto Gil, Moraes Moreira, Mateus Aleluia, Tom Zé), lascia emergere con piena vitalità tutti i valori civili e filosofici (dal sentimento di africanità e negritudine fino alla spiritualità orisha passando dalla pigrizia anticapitalista) insiti nel lavoro creativo di Caymmi.
Sempre dal Brasile arriva anche il cortometraggio Drift (Desvio) di Flora Nakazone, un notevole lavoro di found footage interamente costruito dalla giovane regista con pellicole di famiglia recuperate dalla spazzatura. L’opera, in concorso per il premio Gli occhi sulla città, si va ad affiancare a un’altra produzione brasiliana in gara, The Innards (A parte de dentro). Il corto, ambientato nelle stanze di un edificio da evacuare in cui tre dipendenti lasciano trapelare scorci delle loro vite in un tempo distopico, è diretto da Renato Sircilli ed è stato realizzato durante il Lab Aceleradora de Cine sotto la supervisione di Lucrecia Martel.

E a proposito di lavori nati all’interno di corsi di cinematografia, ecco affacciarsi nella sezione Spazio Campania due opere che, pur essendo state prodotte nelle aule del Centro Sperimentale di Cinematografia, sono legate per firma al territorio regionale: Tropicana, di Francesco Romano, è un corto nato nelle aule del CSC di Roma (già premiato alla Festa del Cinema capitolina) e mette in scena con una narrazione cruda il rapporto ruvido e inadeguato tra un padre e un figlio; A Marble on a Dell (La pallina sulla conca) di Francesca Iandiorio è un mediometraggio nato, invece, nella sede di Palermo del Centro sotto la direzione artistica di Costanza Quatriglio e la supervisione didattica di Leonardo Di Costanzo. Il saggio accademico della giovane regista avellinese rappresenta un’intima scrittura dell’io capace di mostrare con discrezione (e con un finale pregnante e intenso) le interiorità fragili e il corpo problematizzato dai disturbi alimentari.
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