A luglio si discuterà alla Camera dei Deputati la legge sull’omofobia, ma le fratture politiche e ideologiche tra chi è favorevole ad ampliare i diritti e le tutele nei confronti degli omosessuali, e chi invece si pone in difesa della famiglia tradizionale e contro la teoria del gender, preannunciano un’estate infuocata che vedrà contrapporsi sui temi dei diritti Lgbtqi i banchi della maggioranza e quelli dell’opposizione.
I primi a esprimere contrarietà rispetto all’approvazione della legge sull’omofobia sono stati i vescovi della Conferenza episcopale italiana, pronti a contrastare la misura per la difesa degli omosessuali in discussione a luglio. Secondo gli alti prelati, infatti, tale provvedimento non solo metterebbe a rischio la famiglia tradizionale, ma rappresenterebbe una vera e propria forma di discriminazione nei confronti di chi pensa che l’omosessualità sia qualcosa di sbagliato e di innaturale, che va contro gli insegnamenti di Dio. I vescovi della Cei si sono infatti soffermati sul fatto che tale legge non solo sia lesiva della libertà di opinione, ma hanno inoltre ribadito che già basterebbe il codice penale a punire discriminazioni legate al sesso. Una presa di posizione netta che è stata prontamente suffragata dal centro-destra. Secondo Fratelli d’Italia i vescovi hanno ragione e le teorie di genere, a detta loro, rappresenterebbero un pericolo per i bambini.
Sul tema si è espresso anche Papa Francesco che, da posizioni più morbide e concilianti rispetto a quelle assunte dagli ambienti più conservatori della Chiesa cattolica e della destra italiana, ha espresso ugualmente vicinanza e solidarietà a tutti gli omosessuali vittime di abusi, di violenze e di discriminazioni per via della loro sessualità. Il papa ha però espresso anch’egli perplessità in merito alle teorie sul gender, che a detta del pontefice, sono pericolose per la sessualità degli individui e per la loro morale. Il mondo cattolico però resta diviso sul tema dell’omosessualità: da una parte c’è chi, sposando la linea del papa, resta comunque aperto al dialogo e al confronto con la comunità Lgbtqi; dall’altra parte ci sono invece i prelati come il monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia, che ha additato gli omosessuali di essere sessualmente deviati e depravati.
Alle obiezioni sollevate dalla Cei e dagli ambienti conservatori ha risposto il deputato dem Alessandro Zan, tra i relatori del disegno di legge sull’omofobia. Il parlamentare del Partito democratico ha voluto ribadire che la legge che verrà discussa in parlamento tra un mese non prevede alcun tipo di discriminazioni di natura ideologica, e che si pone semplicemente a difesa dei diritti delle persone omosessuali, nel pieno rispetto di quelle che sono le norme costituzionali già in vigore e dell’ordinamento europeo. Alle accuse della destra e degli ambienti tradizionalisti cattolici ha risposto anche Francesca Businarolo, parlamentare del Movimento cinque stelle, la quale ha parlato del disegno di legge come un’importante norma di civiltà, che porrebbe l’Italia al passo coi tempi che cambiano. L’Italia è infatti fanalino di coda in Europa per la difesa dei diritti degli omosessuali, una situazione alla quale la legge in discussione in parlamento vorrebbe porre rimedio, anche perché il nostro ordinamento, a oggi, risulta privo di una norma chiara contro il reato di omofobia.
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