Il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi a Palazzo Chigi, ha risposto alle domande dei giornalisti in merito ai prossimi provvedimenti che il Governo intende adottare per superare la fase critica della terza ondata del virus. Il premier si è concentrato soprattutto sulla possibilità di riaprire le scuole in piena sicurezza già a partire dalle prossime settimane: sul provvedimento che consentirebbe il ritorno in aula per le scuole dell’infanzia, le elementari e le medie sta lavorando costantemente il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il quale ha instaurato un canale di comunicazione diretto con la cabina di regia che sta gestendo la crisi pandemica.
L’andamento delle curve epidemiologiche ha infatti mostrato segnali di incoraggiamento, e gli studi effettuati in merito hanno evidenziato che la scuola primaria non sarebbe in alcun caso una fonte di contagio. Discorso opposto, invece, per quel che riguarda le attività parascolastiche, come ad esempio i trasporti, considerati ad alto rischio di diffusione virale. D’accordo sulla decisione di riaprire le scuole, tenendo presenti i dati regionali del contagio, è il ministro della Salute Roberto Speranza, che si è dichiarato molto fiducioso circa un miglioramento della situazione entro il prossimo mese in virtù delle misure adottate dal governo.

Tra le questioni affrontate da Draghi nel corso della conferenza, ci sono soprattutto quelle legate ai vaccini. Il premier ha confermato che a livello europeo verranno adottate misure per far fronte alla penuria di dosi, e che l’Italia, durante l’ultimo Consiglio europeo, ha posto la questione del blocco delle esportazioni secondo i criteri di proporzionalità e reciprocità, così da garantire l’approvvigionamento dei Paesi europei con un numero inferiore di vaccinati. La soluzione, tuttavia, sarebbe quella di produrre i vaccini, e in questa direzione va proprio l’accordo preso con la Pfizer per produrre, nel giro di quattro mesi, i vaccini all’interno degli stabilimenti della Termo Fisher di Monza. Per quel che riguarda invece AstraZeneca, Draghi ha detto che non verrà intrapresa alcuna azione legale contro la casa farmaceutica ritenuta responsabile di ritardi, ma si ritiene preferibile intraprendere una strada che garantisca di stipulare nuovi accordi.
Il presidente ha risposto anche in merito a una possibile somministrazione in Italia del vaccino russo Sputnik V spiegando che l’Ema non ha concesso ancora alcuna autorizzazione alla sua diffusione in Europa e che la fase di accertamento durerà all’incirca quattro mesi. Se dovesse arrivare il via libera dall’Agenzia europea del farmaco, il vaccino russo sarà disponibile a partire dalla seconda metà dell’anno. Nel frattempo, però, la Regione Campania ha anticipato le scelte del Governo, siglando un accordo con la società Human Vaccine per garantire la fornitura delle dosi del vaccino appena arriveranno le autorizzazioni per la sua commercializzazione da parte dell’Ema e dell’Aifa.
Draghi si è inoltre espresso sul problema degli operatori sanitari non vaccinati, che rappresentano un rischio concreto per il corretto funzionamento del Sistema sanitario nazionale. Il Governo sta infatti lavorando, assieme alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, per emanare un provvedimento specifico che garantisca la vaccinazione degli operatori senza creare problemi e ritardi. Per quel che riguarda infine la campagna vaccinale, secondo Draghi, le Regioni stanno lavorando bene e celermente, e ha espresso ottimismo circa la possibilità di riuscire a somministrare, entro il mese d’aprile, almeno mezzo milione di dosi giornaliere.

Non sono mancate infine frizioni con i partiti che sostengono la maggioranza di governo, in particolare con la Lega. Secondo Matteo Salvini, infatti, “È impensabile tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile“. Per questo motivo il segretario leghista ha chiesto al governo di garantire la riapertura delle attività nelle regioni in cui i dati epidemiologici sono sotto controllo. Draghi ha pertanto risposto al partner di governo che, sebbene le riaperture siano auspicabili da parte di tutti, bisognerà prendere provvedimenti in tal senso quando i dati epidemiologici lo consentiranno.
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