Lutto nel mondo del calcio per la morte di Sinisa Mihajlovic
L’ex calciatore e allenatore del Bologna aveva 53 anni ed era malato da tempo di leucemia mieloide acuta. Aveva affrontato la malattia da guerriero, come tutta la sua vita.
Sinisa Mihajlovic è morto in una clinica di Roma. Aveva 53 anni. Questo il comunicato della famiglia: “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”.
Era il 13 luglio del 2019, quando Mihajlovic annunciò in conferenza stampa di essere malato di leucemia mieloide acuta e di doversi sottoporre a cure immediate “Ho la leucemia, ma la batterò giocando all’attacco”. Ha affrontato la malattia da guerriero, come tutta la sua vita.
Da allora si era sottoposto a diversi cicli di cura, durante i quali aveva però mantenuto il suo incarico come allenatore del Bologna. Dopo essere tornato visibilmente in forze, lo scorso 26 marzo, sempre in conferenza stampa, disse che si sarebbe dovuto sottoporre a un nuovo ciclo di cure per un ritorno della malattia, e aveva quindi lasciato momentaneamente la squadra. A settembre, dopo poche partite della stagione in corso, era stato infine esonerato.
Sinisa Mihajlovic è stato uno dei calciatori serbi più vincenti di sempre, nato a Vukovar, in Croazia, nel 1969, Mihajlovic aveva trascorso quasi tutta la sua vita adulta e carriera sportiva in Italia. Prima di approdare alla sua prima squadra italiana, il difensore aveva fatto in tempo però, giovanissimo, ad alzare la Coppa dei Campioni con la Stella Rossa, la gloriosa squadra di Belgrado in cui era approdato proprio pochi mesi prima, nel 1990. Dal 1992, il trasferimento in Italia: alla Roma prima, per due stagioni, quindi nella squadra di cui si sarebbe imposto come leader, la Sampdoria. Indimenticabili, negli anni in maglia blucerchiata, oltre alle qualità di arcigno difensore, le sue punizioni di mancino capaci di trafiggere una lunga serie di portieri. Nel 1998, divenuto uno dei migliori difensori della Serie A, il ritorno a Roma, sponda Lazio. Sei stagioni in cui Mihajlovic si regalava finalmente nuovi titoli, e la consacrazione europea: lo storico scudetto nel 2000, due Supercoppe italiane (1998 e 2000) e due Coppe Italia (2000 e 2004), ma anche una Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea (1999). Le ultime due stagioni da protagonista in campo Mihajlovic le vive all‘Inter, dove gioca dal 2004 al 2006, collezionando altre due Coppe Italia e uno scudetto, assegnato a tavolino ai nerazzurri dopo lo scandalo di Calciopoli.
Nel novembre 2008 la prima nomina a tecnico del Bologna: un’avventura durata pochi mesi, ma che vale alla squadra rossoblù la salvezza dalla retrocessione. Miha riparte per altre esperienze. Nel dicembre 2009 è chiamato a guidare il Catania, riuscendo a portare gli etnei a battere l’Inter di Mourinho e la Juventus, e concludendo il campionato al 13esimo posto. A giugno 2010 lascia il club siciliano e approda sulla panchina della Fiorentina, che allena per un anno e mezzo. Esonerato dai viola a novembre 2011, nel 2012 Mihajlovic passa alla guida della nazionale serba. Non riesce a centrare però la qualificazione ai Mondiali del 2014, e il rapporto con la Federazione di Belgrado s’interrompe.
A novembre 2013, torna a Genova sulla panchina della squadra che lo ha lanciato e consacrato, la Sampdoria, che guida per due stagioni. Nel 2015 il salto a una grande squadra, con l’approdo sulla panchina del Milan. L’anno successivo Miha ricomincia dal Torino: il feeling con giocatori e tifosi funziona, il club centra il nono posto in classifica. Ma la stagione seguente è meno brillante, e a gennaio 2018 Sinisa subisce ancora un esonero. Dopo una brevissima parentesi allo Sporting Lisbona, dove rimane l’estate seguente per soli nove giorni, a gennaio 2019 Mihajlovic viene richiamato a Bologna dopo l’esonero di Filippo Inzaghi, riuscendo ancora una volta non solo a salvare i rossoblù dalla retrocessione, ma a risollevarli fino alla decima posizione.
Si era visto in pubblico per l’ultima volta i primi dicembre a Roma per la presentazione del libro dell’allenatore ceco Zdenek Zeman.
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