Un nuovo decesso ha scosso il mondo del giornalismo italiano, con la prematura scomparsa di Silvestro Montanaro, 66 anni, originario di Sora, in provincia di Frosinone, diventato casertano d’adozione già da molto tempo. Montanaro, nel corso della sua brillante carriera, ha assunto un’importante ruolo nel panorama dell’informazione nazionale, soprattutto per quanto riguarda il giornalismo d’inchiesta. Si terranno sabato mattina i suoi funerali, alle ore 11, presso la chiesa San Carlo Borromeo di Napoli, ospitata nel centro direzionale della città partenopea. Collaboratore in varie trasmissioni televisive oltre che co-autore, Montanaro si divideva in tante attività, tutte a che fare con l’estro e la scrittura. È stato autore, infatti, anche di tre libri d’inchieste. Tra i temi più affrontati dal giornalista ci sono i rapporti tra mafia e camorra, l’immigrazione clandestina, la malasanità e il mondo della droga. Di Montanaro vanno segnalati i racconti popolari che servivano a portare i problemi sociali degli ultimi su grande scala.
Silvestro Montanaro, nato il 26 marzo 1954, ha iniziato la sua carriera giornalistica con Paese Sera e, successivamente, con l’Unità. Qui, ha assunto il ruolo di corrispondente ma, una volta approdato alla Voce della Campania, ha firmato inchieste tanto importanti quanto delicate sui rapporti che intercorrevano tra mafia, camorra, poteri politici ed economici. L’assoluzione di Enzo Tortora è stata in parte dovuta alle tante prove riportate proprio nei suoi scritti. Montanaro si è occupato anche di immigrazione clandestina, su cui nel 1989 ha firmato un dossier. Nello stesso anno ha cominciato la sua carriera in televisione, entrando a far parte del gruppo che ha fondato la popolare trasmissione di approfondimento Samarcanda. Insieme a Michele Santoro ha partecipato a Il Rosso e il Nero e Tempo Reale, di cui peraltro ne è diventato anche co–autore.
Il giornalista ha pubblicato tre libri inchieste. Uno di questi, scritto con Baldini e Castoldi, verte sul Mozambico e i suoi bambini nel dopoguerra ed è stato anche adottato come libro di testo in numerose scuole. Successivamente, ha pubblicato prima un racconto inchiesta sulla malasanità intitolato Mister & Lady Poggiolini, e poi un libro sul rinvio a giudizio per mafia di Giulio Andreotti. È stato, inoltre, curatore del progetto Sciuscià, di cui ha realizzato anche alcuni episodi, per poi diventare l’autore di Drug Stories, un programma di inchieste sul mondo degli stupefacenti. Ha realizzato anche documentari a tema sociale, come Col cuore coperto di neve, girato in Brasile per raccontare il lavoro e la prostituzione minorili. Si intitola, invece, E poi ho incontrato Madid il documentario su una delle terribili carestie che sconvolsero il sud del Sudan.
Nel 1999 Silvestro Montanaro è diventato autore del programma C’era una volta, in onda su Rai3. Qualche anno dopo, nel 2002, ha intrapreso anche la carriera di conduttore, con la trasmissione Dagli Appennini alle Ande. I suoi documentari, le sue inchieste e le sue parole hanno girato il mondo e hanno portato alla luce verità scomode in difesa dei diritti umani.
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