“Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi riveda gli esami di Stato”. A bocciare la proposta è il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione il cui parere è consultivo ma non vincolante.
Nel tardo pomeriggio di lunedì dopo oltre sei ore di discussione, i membri del Cspi hanno preso una decisione che invita Bianchi a modificare nella sostanza l’ordinanza sugli Esami di Stato in programma l’anno scolastico 2021/2022: quell’esame finale che il Ministero ha voluto riportare quasi alla normalità, mettendosi contro gli studenti che, per questo motivo sono scesi e scenderanno di nuovo in piazza venerdì prossimo 11 febbraio. Per il Cspi la scelta di Bianchi è sembrata un’accelerazione rispetto allo stato attuale della scuola che anche quest’anno ha dovuto fare i conti con la pandemia, costringendo molti alunni a fare lezioni da casa. Ancora più severo, se vogliamo, è stato il giudizio del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione sulle prove finali di terza media: il Cspi ha espressamente detto no alle due prove scritte (italiano e matematica), lasciando il disco verde solo per l’orale. Di fatto, gli esperti della pubblica istruzione avrebbero voluto replicare la formula degli esami finali di licenza media dello scorso anno scolastico 2020/2021. Dunque, per quanto concerne gli esami di terza media, il Cspi avrebbe evitato di fare svolgere tre prove su quattro, mentre per le superiori solo il tema di italiano è stato “promosso”.
Ora la l’ultima decisione passa nelle mani del ministro Bianchi che può anche ignorare il parere del Cspi ma rischierebbe di creare sicuramente un clima di imbarazzo. Intanto oggi il ministro incontrerà gli studenti delle Consulte proprio per parlare con loro della maturità. Un dialogo tardivo secondo il coordinatore della Rete degli studenti medi, Tommaso Biancuzzi, che non è stato invitato al tavolo: “Bianchi a ottobre ci aveva promesso un’interlocuzione proprio sulla maturità ma ci siamo trovati le cose fatte senza averlo mai più visto”.