Una truffa smascherata dai militari della Guardia di Finanza di Rimini nell’ambito dell’operazione Free Credit coordinata dalla Procura del capoluogo romagnolo. Una maxi frode da 440 milioni di euro di falsi crediti locazioni, sismabonus e bonus facciate, introdotti tra le misure di sostegno emanate dal governo con il decreto rilancio (dl 34/2020), durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà. I proventi sarebbero stati investiti in criptovalute e metalli preziosi.
Nella mattina di oggi, 31 gennaio, Le fiamme gialle stanno eseguendo il provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Rimini a carico di soggetti ritenuti componenti di un articolato sodalizio criminale con base operativa a Rimini ma ramificato in tutto il territorio nazionale. Al blitz – scattato in Emilia Romagna e in contemporanea in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto – collaborano 44 Reparti territoriali e la componente aerea del Corpo, con il supporto tecnico dello S.c.i.c.o e del Nucleo speciale frodi tecnologiche, per un totale di oltre 200 militari.
Settantotto le persone indagate, 35 le misure cautelari eseguite di cui 8 in carcere e 4 ai domiciliari più 23 interdittive (20 all’esercizio di impresa nei confronti di altrettanti imprenditori e 3 all’esercizio della professione nei confronti di altrettanti commercialisti). In corso 80 perquisizioni e il sequestro dei falsi crediti, di beni e assetti societari per il reato di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato: 9 degli indagati avevano presentato domanda di reddito di cittadinanza e 3 avevano precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra gli arrestati anche un Casertano, S. S. di 43 di Santa Maria Capua Vetere, secondo gli inquirenti l’imprenditore è uno dei promotori del sodalizio criminale.
L’indagine del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria trae origine da un attento esame della documentazione relativa ad una presunta “cessione di crediti d’imposta”, effettuata da una società coinvolta in altro procedimento penale per reati fallimentari. L’analisi sull’origine dei crediti effettuata tramite l’utilizzo delle banche dati operative, in uso alle fiamme gialle, incrociata con le indagini sul campo e la valorizzazione delle segnalazioni per opera-zioni sospette, ha consentito di appurare che gli stessi erano inesistenti per carenza di requisiti. Da lì è nato il nuovo filone investigativo che fin dallo scorso mese di giugno ha consentito il monitoraggio dell’organizzazione criminale fin quasi dalla sua genesi e in tutti i passaggi di sviluppo, verificando come la stessa fosse totalmente dedicata alla crea-zione e commercializzazione di falsi crediti di imposta, successivamente monetizzati cedendoli a ignari acquirenti estranei alla truffa, portati in compensazione con conseguente danno finale alle casse dello Stato.
Gli esiti investigativi, suffragati dagli accertamenti bancari e dai dati pervenuti dall’Agenzia delle Entrate di Rimini e dalla Sogei S.p.A., hanno consentito di riscontrare l’esistenza del sopra menzionato sodalizio criminale, che ha operato secondo il seguente iter criminis comune alle tre casistiche di crediti d’imposta fittizi generati (Bonus locazioni, Sismabonus e Bonusfacciate) – tramite professionisti compiacenti, reperire società attive in grave difficoltà economica o ormai decotte, utili alla creazione degli indebiti crediti d’imposta. In fase di esecuzione dei sequestri, ritenendo plausibile che alcuni indagati potessero fa-re ricorso a botole e intercapedini in cui custodire contanti e preziosi, sono stati impiegati i c.d. “cash dog”, unità cinofile addestrate a fiutare l’odore dei soldi.