Ho avuto la fortuna di frequentare un corso di laurea che mi ha dato l’opportunità di aggiungere tantissime letture a quelle che ero solita scegliere autonomamente. Tra queste, al quarto anno di lingua inglese c’era anche Me parlare bello un giorno di David Sedaris (Mondadori, 2004).
Se anche voi vi siete mai approcciate allo studio di una lingua straniera, vi ricorderete certamente i momenti di sconforto che accompagnano le varie fasi dell’apprendimento. Questo senso di inadeguatezza si avverte in tutti racconti – dal primo, nel quale viene posto l’accento sul difetto di pronuncia che in età scolare costringe l’autore a eliminare tutte le parole con la “s”, fino a quello dedicato all’incontro con la lingua francese – e, man mano, si estende ai vari momenti della quotidianità. Il segreto sta nell’affrontare situazioni di imbarazzo e inettitudine con l’ironia, che ci aiuta ad accettare quella parte un po’ sfigata di noi stesse.
I diciannove capitoli del libro scorrono velocemente e piacevolmente grazie soprattutto al sarcasmo che li contraddistingue e che ci regala, sì, momenti di grande ilarità ma anche spunti di riflessione sulla società americana contemporanea. È una lettura che mi sento di consigliare a tutti, in particolare a coloro che spesso si sentono sconfitti dalle piccole battaglie sociali e personali che ci ritroviamo a fronteggiare giorno per giorno.

La novità della settimana: I rondoni di Fernando Aramburu (Guanda, 2021).
Toni, un insegnante di liceo in collera col mondo, decide di porre fine alla propria vita. Meticoloso e sereno, ha scelto la data: di lì a un anno. Fino ad allora, ogni sera scriverà una cronaca personale, cinica e disincantata, ma non per questo meno tenera e spiritosa. E mentre tenta di comprendere e accettare i propri fallimenti infonde, paradossalmente, un’indimenticabile lezione di vita.
