È stato un bel gesto di vicinanza e affetto quelli dei calciatori del Napoli Dries Mertens e Lorenzo Insigne nei confronti di Umberto, il ragazzino ferocemente picchiato da un gruppo di una decina di coetanei in un giardinetto dei Colli Aminei, nella zona collinare della città partenopea. Il giocatore belga, in particolare, ha incontrato Umberto, invitandolo nella sua casa di Posillipo, dove gli ha consegnato un dono graditissimo dal piccolo tifoso azzurro: la propria maglia autografata. E lo ha incoraggiato a non farsi prendere dallo sconforto per quanto accaduto. Una dimostrazione di solidarietà analoga a quella di Mertens – che, tra l’altro, in questi giorni ha quasi definito il suo rinnovo di contratto biennale col Napoli – è arrivata dal capitano della squadra: anche Insigne, infatti, ha fatto recapitare una maglia autografata al ragazzino, invitandolo con un videomessaggio a un incontro dal vivo, sul campo, appena l’emergenza sanitaria lo permetterà. “Ciao Umberto – ha detto Insigne nel video – ti ho mandato una mia maglia autografata. Voglio soltanto dirti di non avere paura. Appena passa l’emergenza Coronavirus ti aspetto al campo, così ci salutiamo da vicino. Ti mando un forte abbraccio”.
Umberto era stato aggredito lo scorso 8 maggio da dieci ragazzini di età compresa tra i 14 e i 17 anni, che lo avevano bersagliato con schiaffi, testate e calci in pieno volto. A seguito del fatto, sei minori sono stati denunciati in stato di libertà dagli agenti della quarta sezione della squadra mobile di Napoli e del commissariato Arenella: cinque di loro per violenza e minacce, mentre il sesto con l’accusa di cyberbullismo per aver divulgato le riprese del pestaggio sui social network. Il branco aveva riversato la sua collera sulla vittima a seguito di un litigio iniziato all’interno di un gruppo Whatsapp per futili motivi. Dopo aver ripetutamente minacciato Umberto in chat, uno dei bulli aveva deciso di passare alle vie di fatto. Così, per mettere in atto il suo proposito, aveva attirato con una scusa il tredicenne all’interno di una zona verde sita in via dei Pini, grazie alla complicità degli altri amici coinvolti. Sono state proprio le immagini riprese e diffuse sui social, dopo essere arrivate all’attenzione degli investigatori della polizia di Stato, a far scattare le indagini in coordinamento con la Procura della Repubblica del Tribunale per i minorenni.
E mentre il lavoro degli inquirenti va avanti, alcuni genitori del quartiere Arenella iniziano a rendere pubblici altri racconti inquietanti riguardanti i bulli coinvolti nella brutta vicenda. Come la mamma che racconta al quotidiano Il Mattino di aver dovuto cambiare scuola media alla propria figlia, dopo mesi di persecuzioni da parte di quegli stessi ragazzi. “Ho riconosciuto quello che dà inizio al pestaggio di quel povero ragazzo circondato da un branco di dieci elementi e ho ripensato a mia figlia. Quel ragazzo è stato un incubo per noi, perché dileggiava ogni giorno la nostra ragazza, fino a quando sono stata costretta a chiedere il nulla osta dalla scuola media dell’Arenella, per iscriverla in un altro istituto“. Per l’avvocato Angelo Pisani, che assiste la famiglia dell’aggredito assieme ad Antonella Esposito e Sergio Pisani, “i genitori dei picchiatori saranno citati in Tribunale, per rispondere del risarcimento danni calcolato in un milione di euro a favore delle vittime. Va in ogni caso accertata e valutata anche una responsabilità sociale di questo gravissimo episodio, non il primo a opera degli stessi teppisti“.
Intanto, un componente del branco, il quattordicenne A.C. (colui che nel video del pestaggio ha il casco tra le mani), decide di chiedere scusa al quasi coetaneo picchiato e lo fa – assistito dall’avvocato Enrico Von Arx – attraverso una lettera nella quale definisce il suo e dei suoi amici un comportamento “da vigliacchi” e ammette di “essersi sentito male subito dopo nel ripensare a quelle scene di violenza“. Ad A.C. fanno eco anche i genitori, che in un’altra lettera scrivono direttamente alla mamma e al papà di Umberto: “Siamo mortificati, nostro figlio avrà la punizione che merita, sotto tutti i punti di vista, speriamo di abbracciarvi presto, stiamo vivendo un incubo“.
Sulla vicenda interviene, con un lungo videomessaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, anche l’ex campione del mondo di pugilato Patrizio Oliva, da anni molto attivo nel sociale a Napoli con la sua associazione Milleculure: “Purtroppo ancora una volta dobbiamo registrare l’ennesima aggressione da parte del branco, con un gruppo di bulli che ha aggredito un ragazzino di appena 13 anni. Già altre volte mi sono rivolto alle istituzioni per chiedere di intervenire quando accadono episodi così gravi. Questa volta io vorrei rivolgermi ai genitori di questa banda di imbecilli, codardi, fifoni, vigliacchi, perché soltanto così posso giudicare ragazzi che agiscono in gruppo contro un ragazzino. Cari genitori, capisco che a volte i nostri figli possano sfuggire alla nostra attenzione, ma vi prego, se nei filmati trasmessi in questi giorni – prosegue Oliva – avete individuato i vostri figli, di intervenire subito per il loro bene, perché non bisogna assolutamente sottovalutare questi atteggiamenti. Il bullismo non è altro è la forma propedeutica della criminalità: il criminale agisce alla stessa maniera, quando affronta una persona lo fa con un coltello, una pistola o spalleggiato da altri due, tre di loro, perché da solo o disarmato non è capace, così come il bullo. Ai genitori, dunque, dico di non sottovalutare questi atteggiamenti perché se un domani i vostri figli intraprendono la carriera criminale non date poi la colpa alla società. Fate capire loro che se intraprendono questa strada possono andare incontro al carcere o alla morte perché la criminalità uccide e se non se la prendono con loro, lo fanno con i familiari. Fategli fare sport, una grande scuola di vita – conclude l’ex pugile – dove si apprendono valori come il rispetto delle regole, lo spirito di gruppo, il senso di appartenenza, la solidarietà, il rispetto per l’avversario. Un buono sportivo sarà un buon cittadino“.
Segui già la pagina Facebook Il Crivello.it?
Commenti riguardo questo post