Nell’ambito dell’inchiesta sulle devastazioni a Napoli dello scorso 23 ottobre, condotta dai pubblici ministeri Antonello Ardituro, Celeste Carrano, Luciano D’Angelo e Danilo De Simone, sono state intercettate le parole di G. G., ultrà della curva A indagato per violenza privata, il quale sosteneva di voler buttare a terra la statua di Garibaldi, come avevano fatto gli iracheni con quelle di Saddam Hussein dopo la sua caduta, per sostituirla con quella di Diego Armando Maradona. I vandalici propositi erano stati confidati a E. G., leader di Insurgencia, assessore della III Municipalità.
L’abitazione di E. G. (che, però, non è indagato) è stata poi perquisita dagli inquirenti. All’interno della casa, la Digos ha rinvenuto sette petardi di genere proibito, tipicamente utilizzati nelle manifestazioni di protesta. I pubblici ministeri Ardituro, Carrano, D’Angelo e De Simone, indagando sulle becere devastazione a Napoli, nella quale violenti si mescolarono a commercianti e ristoratori vandalizzando il centro storico, hanno individuato in G. G. un soggetto che si adopererebbe per coordinare e compattare gli esponenti di diverse realtà locali antagoniste, anche ideologicamente differenziate, tra cui circoli della sinistra più radicale, come il movimento Sud Conta o la formazione Insurgencia, o formazioni più immediatamente riconducibili a movimenti di destra come Casapound, oltre ad alcune delle sigle ultrà come quella denominata Rione Sanità.

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