L’aggressione nei confronti di un ragazzino, avvenuta a Napoli il 28 aprile è un chiaro monito che denuncia la diffusione dell’aumento della violenza sui minori, al contempo difficilmente rilevabile per meccanismi culturali di minimizzazione e negazione del fenomeno.
È accaduto nel capoluogo partenopeo, ed è un miracolo che la piccola vittima non sia morta: un ragazzo di 12 anni è stato aggredito da un coetaneo, che gli ha infilzato una chiave dietro la testa. Il giovane è arrivato al pronto soccorso camminando – evidenzia il Corriere del Mezzogiorno – nonostante avesse una chiave infilata nel cranio.
“Per fortuna il delicato intervento chirurgico è andato bene e lui sembra essersi ripreso subito, tanto che non è ricoverato in rianimazione ma in reparto”, ha spiegato Conenna – direttore del Santobono -. Un grosso spavento per il minorenne, mentre non ci sono novità sull’identità dell’aggressore, né sul movente che ha portato all’increscioso gesto. Il giovane è stato operato d’urgenza all’ospedale pediatrico Santobono dove, attualmente è ricoverato nel reparto di Neurochirurgia in prognosi riservata.
Il grave episodio è stato confermato da Rodolfo Conenna, che stamattina, venerdì 29 aprile, è intervenuto su Radio Marte, riferendo sulla dinamica del ferimento “Mi hanno raccontato che il bimbo avrebbe detto di essere rimasto vittima della violenta aggressione di un suo coetaneo. La preoccupazione e tanta, particolarmente per l’aumento impressionante degli episodi di bullismo e di violenza anche tra i più piccoli – conferma Conenna – dal nostro osservatorio stiamo verificando l’accesso al pronto soccorso di un grande numero di adolescenti feriti in seguito a risse con coetanei oppure con segni di autolesionismo, ragazzini che si presentano con tagli ai polsi e alle braccia – continua – siamo molto preoccupati e invitiamo le famiglie a stare vicine ai ragazzini, a non lasciarli troppo tempo da soli. Un fenomeno che sarebbe aumentato in maniera esponenziale da due anni in corrispondenza con l’inizio della pandemia da Covid.
La complessità del fenomeno violenza, purtroppo oggi rende molto difficile la sua rilevazione, andando ad impattare negativamente sul benessere fisico, mentale e sociale delle vittime, sul loro sviluppo e, più in generale, sulla società.